Home 

mercoledì 28 novembre 2007

Curiosità

(Ir)rilevanti Curiosità #2

Perchè ok vuol dire tutto bene?

Ormai questa parola è entrata nel vocabolario di molte lingue, ma non tutti sanno che la teoria più accreditata per l’origine di questa parola è abbastanza “tetra”.
La parola OK, precisamente scritta o.k., veniva usata dai militari Americani di ritorno dalle missioni di guerra per comunicare ai loro ufficiali che non avevano subito perdite.
o.k. stava infatti a significare “Zero Killed”

Quanto è veloce il pensiero?

Il pensiero, dal punto di vista scientifico, è un impulso che viaggia lungo le fibre nervose del corpo, alla velocità massima di 248 km/h.
In genere, si reagisce più velocemente ai suoni che alle luci, e ai dispiaceri più che ai piaceri.
Calcolando le microscopiche distanze tra un neurone e un altro, quanto tempo impieaga il pensiero per percorrere il suo viaggio?
Dove si trova la maggiore libertà sessuale?
Amsterdam, ibiza, Mykonos? Eh no vi sbagliate :D
Alcuni studiosi sostengono che sia nelle isole Trobriand (Papua Nuova Guinea), dove si svolgono addirittura orge comunitarie.
I più inibiti invece si troverebbero nell’isola Inis Beag (Irlanda), dove il sesso è considerato perdita di energia vitale.

Quante persone sono vissute finora?

Ve lo siete mai chiesti? io ci pensavo giusto qualche giorno fa..
Secondi gli studi condotti dal noto demografo Francese Jean Bourgeois-Pichat, fino ad oggi il nostro pianeta è stato abitato da circa 85 miliardi di persone, di cui sei miliardi sono attualmente in vita.
Ovviamente è il risultato di una statistica, sarebbe impossibile fare una stima precisa e scientifica.




[via seroblog.wordpress.com]

Gmail vs Spam

Se usi Gmail ecco l’ultima chicca su come salvarti dallo spam e scoprire chi te lo manda!

Di Gmail, ormai, ne abbiamo parlato in tutte le salse. I 5 gb di spazio d’archiviazione gratuito, l’eccellente organizzazione della posta, la gradevole interfaccia AJAX, l’ottimo servizio di filtraggio Spam e la grande affidabilità in termini di sicurezza, lo hanno proiettato in pochissimo tempo nell’olimpo dei servizi Web 2.0.

Oggi voglio segnalarvi una caratteristica di Gmail tanto utile quanto poco conosciuta e trascurata. Gmail supporta indirizzi con l’operatore “+”, questo significa che i messaggi inviati ad un indirizzo nel formato nomeutente+testo@gmail.com, dove testo può essere sostituito da qualunque stringa, saranno recapitati a nomeutente@gmail.com. Ogni account dispone quindi teoricamente di un infinità di indirizzi di posta, e può utilizzarne uno per ogni esigenza.

Una di queste potrebbe tutelarci dallo spam. Come?

Ogni volta che effettuate una registrazione ad un servizio web, utilizzate l’indirizzo di posta nomeutente+sitoweb@gmail.com . Nella schermata impostazioni di Gmail, create un filtro, ed assegnate a tutte le mail ricevute a nomeutente+sitoweb@gmail.com l’etichetta “sitoweb”.

In questo modo tutte le mail ricevute all’indirizzo di posta con cui vi siete registrati ad un determinato servizio saranno etichettate, e potrete in ogni momento controllarne la provenienza. Nel caso in cui il sito web abbia fornito il vostro indirizzo di posta elettronica a qualche spammer potrete, oltre ad identificare il sito web, bloccare in ogni momento la ricezione dei messaggi a quell’indirizzo e dire addio a tutto lo spam in entrata.

Geniale no?

Tuttavia alcuni servizi web non supportano indirizzi con il simbolo “+”, ma c’è una soluzione anche a questo. Gmail ignora gli eventuali punti all’interno del nome utente, quindi l’account nomeutente@gmail.com riceve anche le mail indirizzate a:

* n.omeutente@gmail.com
* no.meutente@gmail.com
* nom.eutente@gmail.com
* nome.utente@gmail.com
* nomeu.tente@gmail.com
* nomeut.ente@gmail.com
* nomeute.nte@gmail.com
* nomeuten.te@gmail.com
* nomeutent.e@gmail.com
* …
* …
* n.o.m.e.u.t.e.nte@gmail.com
* n.o.m.e.u.t.e.n.te@gmail.com
* n.o.m.e.u.t.e.n.t.e@gmail.com

Anche questa funzione può essere quindi sfruttata per filtrare ed etichettare i messaggi in entrata. Oltre ad identificare lo spam potreste utilizzare un indirizzo diverso per ogni necessità, ad esempio ricevendo tutte le mail indirizzate ad un certo indirizzo con l’etichetta “Lavoro” o “Scuola” e cosi via.

[via geekissimo.com]

martedì 27 novembre 2007

Aprilia Mana 850






COM’È
Abbiamo creato la moto che non c’era. Quante volte nel corso degli anni mi sono sentito dire queste parole dagli uomini di marketing? Infinite, ho perso il conto. Questa volta però è differente, la proposta che Aprilia si appresta a mettere sul mercato (da ottobre, prezzo 9.300 €) è davvero qualcosa che non c’era una rivoluzione che sfata un tabù quello della moto automatica, anche se questa definizione agli uomini Aprilia non piace affatto, anzi la evitano accuratamente.

NON SOLO AUTOMATICA In effetti, non possiamo dargli torto, dopo averla provata la Mana ha rivelato doti perfino sorprendenti, superiori alle aspettative di quasi tutti i tester che si sono presentati numerosi e incuriositi al lancio.



MOTO VERA Fughiamo subito i dubbi, Mana non è un mezzo"come una moto" "che offre sensazioni da moto" o "ha un funzionamento molto vicino a quello di una moto", frasi che ci si sente dire sempre più spesso quando si parla di iperscooter. Mana è una moto fatta e finita, con un peso da moto, una guida da moto, che fa pieghe da moto, ha freni da moto e diverte come una moto, anzi anche di più una volta che il pilota impara a sfruttarne tutte le molteplici potenzialità. Al momento, quindi, la Mana è davvero qualcosa che non c’era, perché confrontarla con quanto offre attualmente il mercato è impossibile.

MADE IN ITALY E c’è da essere orgogliosi del fatto che questa moto arrivi da una Casa Italiana, perché un mezzo del genere te lo aspetti da Honda o Yamaha solo che ancora una volta (come nel caso dell’MP3 ad esempio) noi italiani ci siamo arrivati prima e ci siamo arrivati bene, visto come va la Mana.

apriliana850mana-9351-004-f1.jpg
EQUAZIONE Meno marce= + divertimento. L’equazione, apparentemente banale, non è assolutamente di facile applicazione, soprattutto se si parla di moto. Ecco perché va dato atto ad Aprilia di affrontare l’argomento in modo molto coraggioso. Il nome Mana non è nuovo; anche per lei, come per la Shiver, Aprilia ha rispolverato un nome già utilizzato in passato, ma quella motardona su base Caponord (che oggi potrebbe essere di gran moda) è lontana anni luce da quello che promette questa naked. E la promessa è quella del divertimento assoluto raggiunto con il minor impegno possibile, una guida molto efficace ma assolutamente senza stress.

CORAGGIOSA Aprilia, dunque, ci prova e propone la prima vera moto automatica sul mercato, sfidando i motociclisti più conservatori ma aprendo un nuovo modo di intendere le due ruote. È la prima ad avere il coraggio di sdoganare l’automatico, ma state certi che non sarà l’unica.

apriliana850mana-9351-013-f.jpg
DUE CILINDRI A TUTTA COPPIA Il motore lo abbiamo visto da poco piazzato su un altro mezzo interessante del Gruppo Piaggio: il GP 800. Pensare però che si tratti di un semplice trapianto è un grave errore. Se si escludono la parte termica e le fusioni dei carter, tutto il resto del bicilindrico da 839 cc è , infatti, inedito ed espressamente dedicato alla Mana. Il V2 di 90° ha la distribuzione monoalbero con quattro valvole per cilindro ed è alimentato ad iniezione elettronica (Euro 3) con un unico corpo farfallato da 38 mm. È capace di 76 cv a 7.250 giri con una coppia di 76,5 Nm a 5.750 giri con una erogazione praticamente piatta che la rende disponibile da subito.

apriliana850mana-9351-007-f1.jpg

PER TUTTI I GUSTI Ma è ovviamente il cambio il vero punto di forza. Nel carter motore di Mana è racchiusa tanta tecnologia e una sofisticata elettronica di gestione che permettono realmente al pilota di cucirsi addosso la moto. Infinite le possibili soluzioni a disposizione dei progettisti, che dopo 30 mesi di sviluppo e di test su strada hanno optato per due differenti tipi di funzionamento selezionabili dal pilota con un pulsante piazzato sul semimanubrio destro. Tutto è portata di dito, basta un click per passare ad una delle tre mappature previste per il funzionamento "Autodrive": (Touring, Sport, Rain) oppure selezionare la modalità sequenziale avendo a disposizione ben sette marce, innestabili dal manubrio o tramite il tradizionale pedale che tanto piace ai motociclisti "veri".


SENZA LEVA La frizione? Assente giustificata, a fare tutto pensa la trasmissione CVT gestita elettronicamente e da un motore passo passo sia nel caso del funzionamento in modalità sequenziale sia in quello autodrive, una soluzione questa che distingue la trasmissione di Mana dai tradizionali variatori. La gestione elettronica consente infatti di "bloccare" le pulegge anche in rilascio ottenendo quindi un freno motore consistente, cosa che i normali variatori non possono fare.


CICLISTICA EVOLUTA Il condimento di questo motore rivoluzionario è una ciclistica di alto livello che verte su un telaio a traliccio, un avantreno quasi racing (forcella rovesciata da 43 non regolabile, dischi da 320 e pinze radiali), e un retrotreno non meno professionale sottolineato dal forcellone di alluminio e dall’ammortizzatore (regolabili precarico e ritorno) piazzato lateralmente per limitare gli ingombri longitudinali della moto che, infatti, è piuttosto compatta (1463 mm di interasse).






BENZINA DIETRO, DAVANTI SPAZIO
Insomma la Mana fa di tutto per apparire dinamica e sportiva, ma ha anche (cosa assolutamente non secondaria) un occhio di riguardo per la praticità. Il serbatoio da 16,5 litri, infatti, è relegato sotto la sella (ahimè accessibile solo sollevando il sellino del passeggero, non molto pratico) e il suo posto è occupato da un vano (apribile elettricamente dal manubrio) che non solo è capace di ospitare senza problemi un casco integrale (provato di persona) ma dotato anche di presa di corrente 12 V, alloggiamento cellulare, comparto per riporre gli attrezzi e accesso alla batteria.

apriliana850mana-9351-014-f.jpg

FILTRO A FIANCO Per questo motivo anche il filtro è stato sfrattato e si sposta in mezzo alla V sul lato sinistro della moto, diventando (dopo gli ultimi interventi estetici operati da Galluzzi) parte integrante del design e non oggetto un po’ avulso dalla moto come era sulla versione vista in fiera. Rispetto a quella moto la Mana ha anche guadagnato il freno di stazionamento (una leva sul lato sinistro della moto agisce su una pinza ausiliaria sul disco posteriore) sempre utile quando si è in situazioni difficili.


COME VA In sella a Mana si sta comodi, la posizione di guida è più improntata al turismo che alla sportività (manubrio correttamente rialzato e moderatamente chiuso e pedane arretrate il giusto), con una sella bassa che la rende governabile da chiunque e un’ottima padronanza del mezzo data anche dal baricentro effettivamente piazzato in basso.

MANCA QUALCOSA? Certo che salire su una moto e non trovare la leva della frizione è una sensazione un po’ strana, il nostro cervello è talmente abituato a certi movimenti che, automaticamente, quando si deve partire la mano sinistra la va a cercare. Invece Mana fa tutto da sola, una volta avviato il motore (tirando la leva del freno) si deve solo accelerare. Il sistema è dotato di memoria, per cui all’avviamento ricorda qual’era il tipo di cambio selezionato l’ultima volta che lo abbiamo spento.

IL ROMBO CHE NON C’È Se una cosa devo criticare di questa moto è il rumore. Mana è civilissima, davvero silenziosa sia di meccanica sia di scarico, fin troppo mi viene da dire perché questo sì che l’avvicina troppo ad uno scooter. Un po’ più di personalità sonora non ci sarebbe stata male. Ma le critiche finiscono qui, perché in Aprilia con questa moto sono riusciti a fare un lavoro di assoluta eccellenza.


COMPLIMENTI PER LA TRASMISSIONE Il motore che avevo già apprezzato sul GP 800 per la sua perfetta messa a punto di trasmissione e iniezione qui è ulteriormente migliorato (anche come prestazioni visto che ci sono circa 60 kg in meno da spingere…). Nessuna incertezza, nessun buco o problema di mappatura, Mana scivola via nel traffico con una morbidezza incredibile in qualsiasi modalità si usi. Un vero piacere guidarla in ogni situazione perché questa moto camaleontica si adatta alle diverse esigenze con una semplicità disarmante.



RILASSANTE IN CITTÁ La puoi guidare nel traffico in Autodrive svicolando le colonne giocando solo con il gas, la notevole agilità, il baricentro basso e la perfetta taratura di iniezione e trasmissione aiutano chiunque a gestire la moto senza alcun problema. In questo frangente un pizzico di sterzo in più non guasterebbe ma si tratta di un'inezia. In città la frizione resta solo un lontano ricordo (e fastidio), basta guidare per un chilometro nel traffico per rendersi conto che la comodità di Mana è impareggiabile.

DINAMICA FUORI Poi, quando sei fuori dalla città e magari iniziano le curve scopri una moto efficacissima, con la solita ciclistica eccellente (in Aprilia in questo senso non si smentiscono mai, per fortuna), ottimi freni e ancora un bilanciamento invidiabile.

apriliana850mana-9351-006-f.jpg

UN TIPO BRILLANTE Il bicilindrico non si tira certo indietro, non ha una potenza eclatante, ma l’erogazione è eccellente e la disponibilità a salire di giri rendono la moto molto più brillante di quel che ci si aspetti. Oltretutto il bicilindrico si difende bene anche in allungo raggiungendo il limitatore con un certo slancio.

COME TU MI VUOI E' a questo punto che il pilota si può divertire a cucirsi addosso la moto che vuole. Sono in un momento di relax? La modalità touring offre un funzionamento morbido (ma comunque brillante) e un freno motore non importante (e presente fin poco sotto i 30 km/h dopodichè le pulegge sganciano e moto resta praticamente in folle) che rende possibile una guida fluida ed efficace in questi tutte le condizioni, non a caso alla fine era la mia preferita un po’ dappertutto.
Voglio più grinta? Basta scegliere la modalità Sport che tiene il motore su di giri e offre anche un notevole freno motore (fin troppo in certi frangenti) e assicura uno scatto da sportiva vera. Se poi il fondo è difficile la mappa Rain ammorbidisce notevolmente il funzionamento del motore (agisce su trasmissione e sull’elettronica del motore) rendendo tutto più fluido e rassicurante (ci sarà chi la utilizzerà di sicuro anche sull’asciutto perché su Rain la moto è davvero molto gradevole e rilassante).

apriliana850mana-9351-009-f.jpg
SCALI QUANDO VUOI L’uovo di Colombo, a mio parere, sta nella possibilità di scalare le marce anche quando il funzionamento è automatico. Se all’approssimarsi di una curva il freno motore non vi pare sufficiente quindi, vi basterà azionare pedale o pulsante al manubrio per scalare la marcia (o anche più di una) ed entrare alla velocità desiderata. Una volta ripreso l’acceleratore la moto continuerà a funzionare in automatico. Una cosa più comoda di quel che sembra raccontandola così.

SETTE A UNO Se poi delle cambiate non potete fare proprio a meno, la modalità sequenziale a sette rapporti vi darà senz’altro soddisfazione. Usando pulsanti (entrambi sul lato sinistro salita con pollice, scalata con indice con un pulsante un po’ lontanuccio) o il classico pedale, la Mana offre cambiate rapidissime sia in salita sia in scalata, il motore resta sempre in tiro e l’accelerazione è notevole. I rapporti, molto ravvicinati, fanno sì che il motore scenda poco di giri e la rapidità di cambiata è tale che il pilota quasi non si accorge di nulla. Per questo avrei lasciato il contagiri sulla moto, invece nel cruscotto di Mana c’è solo il tachimetro (e un display con tutte le indicazioni sulla modalità del cambio oltre alle solite info dei cruscotti Aprilia) mentre il contagiri è stato sostituito da tre led che si accendono progressivamente man mano che si avvicina il regime di cambiata ottimale.

apriliana850mana-9351-003-f.jpg
CAMBIO QUANDO VOGLIO Ovviamente è possibile passare da una modalità all’altra in qualsiasi momento a vostra discrezione. Alla fine credo però che quasi tutti dopo aver giocato con pulsanti e leva del cambio finiranno per guidare in modalità autodrive scoprendo che si è ugualmente efficaci e veloci pur guidando con un relax (anche mentale) decisamente maggiore.

TANTE MOTO IN UNA Questo è di sicuro il punto di forza della Mana: offre la possibilità di avere tante soluzioni in un solo prodotto. Abbiamo trovato il famoso "anello di congiunzione"? È presto per dirlo e occorre aspettare cosa dirà il pubblico, però dopo averla provata devo dire che Aprilia ha avuto coraggio i risultati merita di vincere questa scommessa. Spero che i Demo Ride dedicati a questa moto siano davvero tanti. Solo guidandola si potranno , infatti, scoprire tutte le sue potenzialità che potrebbero far ricredere anche i più scettici. Intanto lei non resterà da sola , nel 2008 arriveranno anche la versione a 25 kW per i neopatentati e quella con ABS.

[via motorbox.com]

Poste Mobile

PosteMobile, ieri il decollo
Sono il primo gruppo postale al mondo a entrare nel settore della telefonia cellulare. Tre tariffe e servizi innovativi

Da ieri gli operatori virtuali di telefonia mobile in Italia sono tre. Dopo CoopVoce (con Tim) e UNOMobile (con Vodafone), è arrivato il gruppo Poste Italiane con PosteMobile, primo gruppo postale al mondo che entra nel settore della telefonia mobile. L’annuncio è stato dato da Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste Italiane, nel corso della conferenza stampa di presentazione alla presenza del Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni.

Oltre ai tradizionali servizi di telefonia (grazie a un accordo con Vodafone), PosteMobile offre una gamma di nuovi servizi. Con un semplice comando del cellulare è possibile: trasferire denaro da e verso carte prepagate Postepay, effettuare la ricarica del proprio cellulare prelevando l’importo dalla Postepay, verificare il saldo e gli ultimi movimenti del proprio conto BancoPosta o della propria Postepay.

Nel corso del 2008 saranno disponibili molti altri servizi: sarà possibile pagare bollettini, inviare telegrammi, trasferire denaro e ricaricare la SIM PosteMobile dal proprio conto BancoPosta e altro ancora.

Grazie ai servizi innovativi di PosteMobile il telefonino, assicura l'ad Sarmi, diventa un vero e proprio “portafoglio elettronico” facile da utilizzare, conveniente e di assoluta sicurezza. E grazie a questi requisiti l'obiettivo di PosteMobile è di raccogliere 2 milioni di clienti in tre anni, con la certezza di raggiungere il break even, l'equilibrio di bilancio, già entro il 2008.

Stop quindi alle voci e alle indiscrezioni che, nelle scorse settimane, hanno percorso in lungo e in largo i sentieri della Rete. Voci e indiscrezioni peraltro confermate dalla conferenza stampa. Confermato anche il logo ufficiale del nuovo operatore che fa storcere il naso ai critici per l'accostamento stridente tra la grafica della parola Poste e quello postmoderno della parola mobile. Ma tant'è: a ben pensare, la forma del logo poco importa ai consumatori, ben più interessati, invece, alla sostanza dell'offerta. In altre parole, ai piani tariffari illustrati dall'ad Massimo Sarmi (nella foto in alto a sinistra) che, come abbiamo detto, sono tre e dai nomi esplicativi. In comune hanno la mancanza di scatto alla risposta (bene) e gli scatti della durata di 30 secondi (male).

Eccoli in sintesi: “Con Tutti”, una tariffa unica per le chiamate verso PosteMobile e gli altri operatori; “Con Noi” una tariffa molto vantaggiosa per le chiamate e gli sms diretti verso numeri PosteMobile; “Con Tutti Premium”, ancora più vantaggiosa, pensata per chi lega la propria SIM PosteMobile alla propria Postepay o al conto BancoPosta. Alle tre proposte è possibile affiancare gratuitamente l’opzione “Con Te”, creata per parlare con un altro numero PosteMobile senza più preoccuparsi dei costi.

Ed eccoli in dettaglio:

Con Tutti
• Chiamate verso tutti i numeri fissi e mobili nazionali: 16 cent/min
• SMS nazionali: 12 cent
• Tariffazione a scatti da 30 secondi

Con Noi
• Chiamate verso numeri PosteMobile: 6 cent/min
• Chiamate verso altri numeri nazionali: 22 cent/min
• SMS verso numeri PosteMobile: 6 cent
• SMS verso altri numeri nazionali: 12 cent
• Tariffazione a scatti da 30 secondi

Con Tutti Premium
• Chiamate verso numeri PosteMobile: 6 cent/min
• Chiamate verso altri numeri nazionali: 16 cent/min
• SMS verso numeri posteMobile: 6 cent
• SMS verso altri numeri nazionali: 12 cent
• Tariffazione a scatti da 30 secondi

Opzione Con Te:
• 16 cent ogni 30 minuti, nessun costo di attivazione o canone mensile


Relativamente alle ricariche delle SIM PosteMobile, sono previsti quattro tagli: 10, 15, 20 e 50 euro.

Infine il prefisso: sarà 377-1. La quarta cifra è quella che tecnicamente viene assegnata agli operatori virtuali: 1 per le SIM PosteMobile e 3 per UnoMobile, l'altro "neonato" operatore virtuale di proprietà del Gruppo Carrefour, entrambi basati su piattaforma Vodafone. L'altro operatore virtuale già partito nei mesi scorsi, CoopVoce, del gruppo Coop, ha invece prefisso 331-1 (utilizzando l'infrastruttura TIM).

Non mancano - e qui si comincia a notare la differenza tra PosteMobile e i precedenti due operatori virtuali - servizi di contenuti ottenibili tramite la SIM PosteMobile. Nessuna novità eclatante, per carità: si tratta di servizi presi di peso da quelli offerti da Vodafone, MMS Premium (a pagamento) che spaziano dalle News allo Sport, dagli Astri al Meteo e al Tempo libero. Sono tuttavia un tentativo per dimostrare che il cellulare serve sì per telefonare, ma che le sue funzioni possono accompagnarci anche per il resto della giornata.


[via cellular-magazine.it]

lunedì 26 novembre 2007

Daniele Luttazzi - Decameron

Per la gioia di Berlusconi, Luttazzi è tornato a far danni!
Mitico!

Universi Paralleli

Scoperto, la scorsa estate, un "buco nero" di 900 milioni di anni luce
I ricercatori dell'università di Nord Carolina lo spiegano con la "teoria delle stringhe"


Un'immensa voragine nello spazio
"E' il segno degli Universi paralleli"


"Esisterebbero una miriade di universi intorno al nostro"
di LUIGI BIGNAMI



C'è un'immensa voragine nell'Universo.
Si trova tra 6 e 10 miliardi di anni luce dalla Terra. Si tratta di un volume di spazio con un diametro di circa 900 milioni di anni luce dove il "nulla" la fa davvero da padrone. Agli strumenti che l'hanno scoperto appare come una gigantesca macchia oscura nel cielo, come se una mano smisurata avesse cancellato quasi tutti gli oggetti luminosi presenti al suo interno.

Ora un gruppo di ricercatori ha dato una spiegazione a quel fenomeno. Suona fantascientifico, ma Laura Mersini-Houghton dell'Università del North Carolina a Chapel Hill (Usa) dice proprio così: "E' l'impronta indelebile di un altro universo che sta oltre il nostro". Ma per capire questa spiegazione - apparsa su NewScientist - che potrebbe rivoluzionare tutte le idee sorte sul nostro Universo è necessario fare un passo indietro.

"Non solo non è mai stato trovato un vuoto tanto grande, ma nessuna ipotesi sulla struttura dell'Universo lo aveva previsto", aveva detto Lawrence Rudnick dell'Università del Minnesota (Usa), autore della scoperta del buco avvenuta lo scorso mese di agosto. E questo spiega il motivo per cui la sua esistenza era stata messa in luce quasi per caso.

"Era una mattina durante la quale i radiotelescopi del Vla (Very Large Array) - in grado di captare ogni più piccolo segnale radio emesso da una stella, una galassie o qualunque altro corpo celeste ancora attivo - non erano impegnati in osservazioni particolari e allora ho deciso di puntarli verso la "macchia fredda" individuata dal telescopio spaziale della Nasa Wmap (Wilkinson Microwave Anisotopy Probe)", ha spiegato Rudnick. La "macchia fredda" in questione è una misteriosa anomalia presente nella mappa della "radiazione cosmica di fondo" dell'Universo, la radiazione che permea l'intero cosmo e che viene interpretata come l'energia residua del Big Bang. Tale radiazione presenta variazioni tra un punto e l'altro che non superano lo 0,001 per cento. Ma dalla "macchia fredda" che si trova in direzione della costellazione di Eridano, non giungeva ai radiotelescopi del Vla alcun "fotone", le particelle di energia cioè, che si muovono alla velocità della luce e che solitamente sono emesse da atomi o stelle attive. Ciò stava ad indicare che l'area era totalmente vuota di materia.
Subito si sono scatenate le ipotesi per dare una spiegazione a quell'immenso buco fatto di nulla. Ipotesi che non davano pienamente ragione al fenomeno. Ora Mersini-Houghton sembra aver dato un senso ad esso interpretandolo al di fuori della cosmologia standard. La ricercatrice infatti, ha utilizzato la "teoria delle stringhe", una teoria della fisica che ipotizza che la materia, l'energia, lo spazio e il tempo siano la manifestazione di entità fisiche sottostanti, chiamate appunto le "stringhe", le quali vibrano in 10 dimensioni nello spazio-tempo e che formano le particelle subatomiche che originano gli atomi.

Secondo questa teoria non esiste un solo Universo, bensì 10 alla 500 universi (si immagini un numero composta da 1 seguito da 500 zero, un numero inimmaginabile) ognuno con proprie leggi fisiche.
Spiega Mersini-Houghton: "Quando il nostro Universo si formò doveva interagire con gli altri Universi vicini. E quel buco è proprio il risultato di quell'interazione avvenuta subito dopo la nascita del nostro Universo che da allora, per le caratteristiche che esso possiede, continuò ad espandersi. Purtroppo non ci è possibile osservare ciò che ci arriva dai confini dell'Universo, che si trova tra 42 e 156 (1) miliardi di anni luce da noi e quindi non possiamo vedere ciò che c'è oltre il buco". Ma quel buco è proprio l'impronta che un Universo diverso dal nostro ci ha lasciato all'inizio del tempo e dello spazio.

Che il buco si formò agli inizi dell'Universo è d'accordo anche Rudnick, il quale dice: "Le teorie correnti suggeriscono che tutte le strutture che oggi vediamo nell'Universo presero forma all'inizio del tempo e dello spazio. La struttura vera e propria fatta di vuoti e agglomerati di materia, poi, è cresciuta nel tempo guidata dalle forze gravitazionali".

Secondo Mersini-Houghton, tuttavia, dovrebbe esserci un altro buco simile a quello scoperto dalla parte opposta dell'Universo rispetto a quello già osservato e questo lo sapremo quando l'anno prossimo verrà lanciato un altro satellite per lo studio delle microonde dell'Universo molto più sofisticato dei precedenti, il satellite dell'Esa, Planck.

L'ipotesa dell'astrofisica è ora sotto osservazione dell'intero mondo scientifico, che al momento guarda con sospetto alla Teoria delle Stringhe. Ma se quanto ipotizzato da Mersini-Houghton non verrà smentito, dovrà iniziare la ricerca ai quasi infiniti universi che circondano il nostro.

----------------------

(1) Alcuni lettori si chiederanno come è possibile che l'Universo abbia un raggio di 42 o 156 miliardi di anni luce se è nato solo 13,7 miliardi di anni fa. La spiegazione sta nel fatto che nel tempo le misure si sono dilatate. Si perdoni la semplificazione, ma un centimetro misurato dopo pochi secondi dalla nascita dell'Universo non corrisponde ad un centimetro di oggi.

(23 novembre 2007)

[via repubblica.it]
Related Posts with Thumbnails

In questo blog ti piacerebbe trovare più post su: