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venerdì 28 dicembre 2007

Campania, l'emergenza infinita

Il reportage sul "Venerdì" in edicola. Immondizia nelle strade da 14 anni a questa parte
e la raccolta differenziata è ferma al 10% contro il 38% medio del Nord

Campania, l'emergenza rifiuti
non passa, anzi peggiora

dal nostro inviato RICCARDO STAGLIANO'


Rifiuti nel napoletano

NAPOLI - Il vulcano Munnezza è tornato a tremare. Non ha mai smesso, in verità, ma è come se negli ultimi sei mesi tg e giornali avessero staccato la spina al sismografo. I media pretendono sviluppi e qui è sempre la stessa solfa, da 14 anni ormai. L'emergenza più lunga nella storia dell'umanità, quella dei rifiuti campani. Come un'indolente lingua di fuoco la lava del pattume ha già travolto cinque commissari straordinari e bruciato oltre 2 miliardi di euro (tra le voci più fantasiose 10 milioni per un call center con 34 dipendenti che riceveva 4 telefonate al giorno). Ma, come un Efesto magnanimo, il dio del pericolo cronico ha anche creato 2316 posti di lavoro nella raccolta differenziata.

REPUBBLICA TV: Morire di diossina, videoreportage di R. STAGLIANO'

Peccato che con quasi 4 volte gli addetti pro capite rispetto a Roma o Milano, a Napoli riescano a mettere nel sacco giusto per il riciclo solo il 10 per cento della spazzatura. Contro il 38 medio del Nord. E che la regione sia rimasta l'unica - assieme alla Sicilia - a non
avere ancora un termovalorizzatore. "Trase munnezza e esci oro" sibilano i maliziosi. Perché così la Camorra
può speculare sui terreni di stoccaggio, comprandoli a niente dai contadini e rivendendoli a prezzi decuplicati, e affittare prima i mezzi di rinforzo ai comuni quando annegano nella lordura e poi i camion che allungano il giro dal cassonetto alla discarica. Affare sporco, enorme affare.

Con i cumuli di rifiuti, oscurati da quest'estate quando furoreggiavano sulle prime pagine, più maleodoranti
che mai. Come dimostrano le 100 mila tonnellate per le strade della regione nella settimana prima di Natale. Per il combinato disposto di uno sciopero di tre giorni degli autotrasportatori, il breve blocco di un impianto di smaltimento, qualche grado in meno e goccia in più
del solito. Perché i problemi vecchi sono quasi intonsi e quelli nuovi figliano come bufale del Casertano.

L'iter dovrebbe essere più o meno questo. La differenziata va ai rispettivi riciclatori (alluminio, vetro, carta), il resto agli impianti Cdr (per combustibile da rifiuti). Questi, con filtri meccanici, separano la parte umida (cibo) da quella secca. E producono tre cose: il Fos, la "frazione organica stabilizzata" da usare come fertilizzante; il sovvallo, lo scarto degli scarti destinato alla discarica; le ecoballe, cubi incelofanati da oltre una tonnellata da mettere al
rogo nei termovalorizzatori per ottenere energia.

Però non c'è una sola tessera di questo puzzle che vada
al posto suo. "In tre anni il Comune ha spiegato in quattro modi diversi ai cittadini napoletani come fare la
differenziata. E nessuno ci ha capito più nulla" sbotta Michele Buonomo, presidente della Legambiente
regionale. Racconta che sarebbe possibile, di un paesino di nome Atena Lucana con un record svedese
del 96 per cento. Ma a Napoli città non ha mai funzionato. Perché la gente vede i sacchetti per terra e si deprime: "Chi me lo fa fare?". Credendo che siano problemi diversi.

"E anche perché il contratto con cui la regione affidò la gestione alla Fibe, gruppo Impregilo, prevede che
venga pagata per tonnellate trattate. Dovrebbe autoridursi la bolletta?" ironizza l'onorevole Paolo Russo, ex presidente della commissione parlamentare sui rifiuti. Già, la famigerata Impregilo. Il colosso che nel '94 ha vinto, in una gara che su tutto puntava meno che sull'eccellenza tecnologica, l'appalto per i rifiuti campani. E alla quale i magistrati hanno bloccato quest'estate beni per 750 milioni di euro, oltre all'interdizione per un anno dai rapporti con la pubblica amministrazione, per una strepitosa
serie di inadempienze.

"A Lo Uttaro, nel casertano" schiuma Nunzia Lombardi, una fisica trentenne che organizza per i giornalisti tournée tra la monnezza, "le pareti dell'impianto
sono state costruite verticali anziché spioventi. È l'abc per non far filtrare il percolato". In effetti, come i pm campani hanno certificato, non c'è neppure un Cdr tra i sette edificati capace di sfornare un'ecoballa a norma. In quella poltiglia c'è troppa umidità. E ciò complicherebbe la combustione. Oltre che pneumatici, sacche di sangue, infinite schifezze che dovevano finire altrove. Ancora Russo: "Un fallimento dovuto a cattiva progettazione e al fatto che è arrivata roba totalmente indifferenziata e assai più del previsto".

Risultato: 5 milioni di ecoballe accumulate nei vari centri di stoccaggio. "Piramidi azteche" le chiamano. Che ogni giorno diventano più alte di 2200 mattoni. Che farne? Il penultimo commissario, Guido Bertolaso,
voleva ricostituirci le cave, una sorta di chirurgia estetica per montagne sventrate. "Ma perché fare un
regalo a chi le aveva sfruttate, spesso nomi vicini alla criminalità?" si indigna l'ingegner Giambattista dè
Medici. L'Assise di Palazzo Marigliano, il gruppo di cui fa parte, boccia il piano del prefetto Alessandro Pansa. "Se davvero costruiranno le 31 centrali a biomasse di cui si parla, capaci di bruciare sino a 4 milioni di tonnellate l'anno, la Campania diverrà l'inceneritrice d'Italia, magari anche dei rifiuti tossici del resto del Paese" denuncia Nicola Capone, trentatreenne coordinatore dell'Assise.

La sua ricostruzione ha il pregio della coerenza e il rischio dell'ideologia. Bassolino avrebbe affidato i rifiuti alla Fibe che non solo si è rivelata inefficiente ma ha anche comprato le terre per le discariche dai prestanome della Camorra. E ora i suoi resti se li spartiranno i cementifici. Perché l'ultima della creatività monnezzara è di fare grandi punturoni di gesso e cemento alle ecoballe bagnate per farle asciugare. Se non fosse che così il peso aumenta del 50 per cento e la zavorra da smaltire cresce. "È incredibile" commenta il professor Umberto Arena, "nell'emergenza fioriscono le idee più strane. C'è anche chi ha proposto un marchingegno pomposamente chiamato dissociatore molecolare, vi rendete conto? Quando basterebbe copiare quel che fa il resto del mondo civile". Ovvero differenziata, inceneritori hi-tech, discariche.

Insegna scienze ambientali, quest'ingegnere che rischia ogni giorno la sedizione familiare per la sua intransigente politica del bidone nella bella casa
al Vomero. "I termovalorizzatori potrebbero bruciare anche i rifiuti "tal quali", figurarsi le ecoballe difettose.
E il loro impatto ambientale è minimo. La Germania ne ha 66 e la quota di diossina è stata ridotta del 99%. Idem per Danimarca e Svezia". Ma le balle sono della Fibe che le ha date in pegno alle banche.

Un caos totale. Lo sversatoio di Taverna del Re, dove ne viene parcheggiata la maggior parte, ha i giorni contati. "Lo dobbiamo alla popolazione" assicura Gianfrancesco Raiano, portavoce di Pansa. C'è puzza, il percolato infiltra il terreno. Ci sono già stati picchetti, gli abitanti non ne possono più. "Ma il commissario ha individuato i cinque siti alternativi puntando a caso sulla mappa" accusano gli ecologisti. Nell'avellinese, a
Chianche, tra i vitigni del Greco di Tufo. Con l'imprenditore Mastroberardino già pronto a dare battaglia.

Nel casertano, a Pignataro Maggiore, terra di succulente mozzarelle da esportazione. Al punto
che il celebre caseificio Iemma ha scritto a Pansa: "Se ha deciso di premere il grilletto contro la nostra terra lo faccia, ma ci spieghi perché ha escluso 35 siti alternativi". La gara per chi dovrà succedere alla Fibe, completare il termovalorizzatore di Acerra e gestire i rifiuti per i prossimi 25 anni, è durata solo sedici giorni. In gioco 800 milioni di euro, forse l'appalto pubblico più grande d'Europa. Si è fatta avanti la francese Veolia e l'Asm di Brescia. Non è detto che finisca qui.

I napoletani si sono preparati al Natale zigzagando tra 3.000 tonnellate di immondizia. A San Gregorio Armeno, via dei presepi, si scherza su decorazioni
fatte di rifiuti. Va peggio a Ercolano, dove il sindaco Nino Daniele ha chiesto, per liberare il centro dai sacchi neri, l'intervento dell'esercito. Ieri lo preoccupava il Vesuvio, oggi teme eruzioni dal basso.
(ha collaborato Fabrizio Geremicca)

(28 dicembre 2007)


[via repubblica.it]

Evoluzione tecnologica...

Nel '69 sono bastati 2 Commodore64 per mandare una navicella sulla Luna.
Nel 2007 è necessario un P4 a 3Ghz per far funzionare Windows Vista.
...qualcosa deve essere andato storto!

giovedì 27 dicembre 2007

Scandalo consumi auto, quelli veri sono molto più alti - Motori - Repubblica.it - Inviata con Google Toolbar

Scandalo consumi auto, quelli veri sono molto più alti - Motori - Repubblica.it

Dopo l'inchiesta della Bild, anche Quattroruote scende in campo e dai suoi test
emergono differenze abissali - fino al 47% - fra quelli dichiarati e quelli reali

Scandalo consumi auto,
quelli veri sono molto più alti

di VINCENZO BORGOMEO




LA TABELLA

BLOG

Nuova "tegola" per le case automobilistiche, proprio nel momento più delicato della trattativa con la Ue in fatto di emissioni: dopo la denuncia di Autobild ora anche Quattroruote stronca il sistema di rilevazione dei consumi denunciando differenze fra quelli reali e quelli dichiarati dal 17 al 47%.

Il nocciolo della questione è sempre, più o meno lo stesso: la (folle) metodologia seguita per i test: la legge - in vigore in ben 50 Paesi - prevede infatti che i consumi per tragitti in città e su strada siano calcolati simulando il viaggio delle macchine su speciali rulli per un tempo complessivo di 1.180 secondi, circa 20 minuti: per 780 secondi si misura il consumo nel percorso urbano, per 400 secondi quello di un viaggio extraurbano; per un tempo massimo di 10 secondi si raggiunge invece la velocità di 120 chilometri orari.

Qualunque automobilista, anche il più sprovveduto, ha già capito che sono condizioni inesistenti. Anche perché le case costruttrici hanno la possibilità di effettuare questi test con aria condizionata spenta e con modelli completamente privi di accessori, quindi in realtà non in vendita.

"Lo scandalo - spiegano a Quattroruote - ha assunto proporzioni endemiche. Scandalo ancora più grande se si pensa che raccontare mezze verità su consumi significa anche farlo sulle emissioni di C02 proprio quando in un numero crescente di nazioni europee ci spingono a cambiare l'auto per comprarne altre meno inquinanti".

In realtà più che "mezze verità", qui siamo difronte a una vera e propria truffa, sia pure autorizzata dalla legge: le differenze fra quanto dichiarato dalle case costruttrici e i test effettuati da Quattroruote sono abissali. Si va dal 17% (diciassette!) di una Toyota Rav4 in su. Numeri impressionanti, che trovano ovviamente riscontro nelle testimonianze dei nostri lettori che, da sempre, lamentano di non riuscire a percorrere i chilometri/litro che la casa promette al momento della presentazione.

Forse, per fare un po' di giustizia, sarebbe bene che tutte le riviste specializzate, i giornali e i siti - a partire proprio da Quattroruote che ha lanciato l'idea - smettessero di riportare i dati dei consumi dichiarati, così come avviene ormai un po' ovunque per quelli della velocità massima. Riportando, se possibile, solo quelli frutti di test e prove su strada. Noi cominciamo da oggi: fra Quattroruote e Auto, solo per citare le due riviste più affidabili in fatto di prove strumentali, c'è solo l'imbarazzo della scelta sui dati da riportare.
(27 dicembre 2007)

[via repubblica.it]

domenica 23 dicembre 2007

Sette miti salutisti tutti da sfatare

Studio Usa sui più diffusi luoghi comuni in campo medico
Tante "leggende" ma nessun concreto riscontro scientifico

"Leggere a luce bassa non fa male"

Sette miti salutisti tutti da sfatare

ROMA - Qualcuno ci avrà certamente detto almeno una volta che leggere a luci basse fa male agli occhi. Eppure non è vero. Così come non è vero che servono otto bicchieri d'acqua al giorno per stare bene, né che usiamo solo il dieci per cento del nostro cervello.

Queste teorie sono alcune delle sette "leggende mediche" elencate e sfatate in un documento pubblicato dal British Medical Journal. La prestigiosa rivista scientifica, come da tradizione, durante il periodo natalizio tratta di argomenti più "leggeri" del solito.

Due ricercatori americani, il professor Aaron Carroll, assistente di pediatria al Regenstrief Institute di Indianapolis e la ricercatrice Rachel Vreeman, che si occupa di salute del bambino alla Indiana University School of Medicine, hanno preso sette "luoghi comuni" legati alla medicina e hanno cercato le prove scientifiche della loro validità, senza però riuscire a trovarle.

Ecco le sette "leggende" sfatate dai ricercatori:

- Bere otto bicchieri d'acqua al giorno toglie il medico di torno. Non c'è bisogno di bere tanto per mantenersi in salute. Non esiste una sola prova registrata dall'American Journal of Psychology su questo argomento.

- Leggere a luci basse rovina la vista. Secondo la maggioranza degli esperti non dovrebbe causare danni permanenti ma, secondo i ricercatori, potrebbe comunque far strizzare gli occhi, sbattere le palpebre e causare problemi di messa a fuoco.

- Radersi col rasoio fa crescere i peli più spessi. Chissà quante volte le ragazze si sono rifiutate di usare il rasoio, la famosa "lametta", per il terrore di veder poi crescere la "barba" sulle gambe. La rasatura invece, secondo gli studi dei ricercatori americani, non avrebbe alcun affetto sullo spessore e la frequenza della ricrescita.

- Mangiare tacchino fa venire sonno. Ecco un altro dei luoghi comuni più gettonati, specialmente nei paesi di tradizione culinaria anglosassone. Persino il dottor Carroll e la dottoressa Vreeman all'inizio ci credevano. La carne di questo animale contiene infatti un amminoacido chiamato triptofano, coinvolto nel controllo del sonno. Ma non in quantità superiore a quella contenuta nel pollo e nella carne trita. Le cause della sonnolenza sono molto più probabilmente dovuete alle grandi abbuffate natalizie.

- L'essere umano utilizza solo il dieci per cento del proprio cervello. Questa "leggenda medica" si è diffusa intorno al 1907, ma le analisi per immagini non mostrano alcuna area del cervello completamente inattiva.

- Unghie e capelli continuano a crescere anche dopo la morte. Questa convinzione trae forse origine dai racconti macabri. In realtà, come hanno spiegato gli stessi ricercatori, dopo la morte la pelle si secca e si ritira, dando quindi l'impressione che le unghie siano più lunghe.

- Bisogna spegnere i cellulari negli ospedali. L'ultimo dei "falsi miti" è quello della dannosità dei cellulari sulle apparecchiature mediche degli ospedali. Nonostante i timori diffusi, gli studi hanno riscontrato interferenze minime con l'equipaggiamento medico.

Conclusioni. I due medici autori della ricerca hanno sottolineato che i medici dovrebbero pensarci almeno due volte prima di sponsorizzare luoghi comuni non totalmente accertati scientificamente o del tutto falsi. "Ci siamo impegnati per sfatare questi miti dopo esserci accorti della loro popolarità - ha spiegato il professor Carrol - Queste credenze vengono spesso ribadite dai media e persino dai medici curanti. Questa diffusione di informazioni false non è scientificamente accettabile".

(23 dicembre 2007)

[via repubblica.it]

domenica 16 dicembre 2007

La Frequenza della Terra

http://www.pd.astro.it/MOSTRA/NEW/IMAGES/TERRA2G.JPG

Tutto il visibile e l'invisibile vibra in una determinata frequenza perché è energia. Quando lo stato vibrazionale è lento l'energia ci appare densa e tende a solidificarsi. Tuttavia, se osserviamo un solido al microscopia elettronico possiamo osservare che esso vibra sempre di energia; esso non esisterebbe se non vibrasse. Un aumento della velocità di vibrazione corrisponde a una diminuzione della densità dell'energia, come nel caso del ghiaccio che diventa acqua e l'acqua diventa vapore non visibile. Il calore ha determinato un aumento della velocità vibrazionale e il ghiaccio si è liquefatto; l'ulteriore elevazione del calore, e quindi della velocità vibrazionale, ha reso l'acqua ancor meno solida trasformandola in vapore.

Questo principio vale per ogni sostanza solida. Ad esempio, anche il metallo si scioglie nel momento in cui viene sottoposto ad alte temperature a causa del cambiamento del suo stato vibrazionale. Un aumento dello stato vibrazionale corrisponde a un aumento della temperatura. Anche la Terra sta modificando le sue vibrazioni al rialzo, come è dimostrato dall'innalzamento della temperatura. Gli scienziati hanno identificato questo fenomeno già 1991.

Oggi il clima della Terra è fortemente alterato e ciò viene attribuito al "surriscaldamento globale". Molte correnti scientifiche vogliono, a tutti i costi, far credere all'opinione pubblica che il fenomeno sia causato dall'inquinamento industriale. Gli agenti inquinanti non fanno bene all'ecosistema, ma non sono certo essi la vera causa dell'innalzamento delle temperature. La vera causa del rialzo delle temperature globali è dovuta dall'aumento della frequenza vibrazionale del campo energetico planetario che sta aumentando in maniera esponenziale.


L'immagine

Si tratta della frequenza sonora della Terra che sta aumentando con molta velocità. Essa è la frequenza sonora di base conosciuta con il nome di Risonanza di cavità Schumann, che fu identificata già nel 1899. Dal momento della sua scoperta al 1940 questa frequenza è rimasta inalterata a circa 7,8 hertz o 7 cicli al secondo. L'inizio del suo innalzamento è avvenuto nel 1986-87 e all'inizio del 1996 aveva raggiunto gli 8,6 hertz. Attualmente, secondo recenti stime, il valore della risonanza di cavità Schumann avrebbe già superato i 10 hertz e continuerebbe ad aumentare ulteriormente.

Ma non finisce qui ! L'aumento della risonanza di cavità Schumann è "accompagnato" da un altro fenomeno: la diminuzione del campo magnetico terrestre. Il nostro pianeta è un enorme magnete avente una moltitudine di livelli che ruotano per formare un campo magnetico. L'intensità della densità del campo magnetica è proporzionale alla velocità di rotazione del pianeta. Tanto tempo fa, all'incirca duemila anni fa, l'intensità del campo magnetico terrestre raggiunse il massimo della sua intensità, ma da allora questa intensità è sempre diminuita, man mano che la Terra diminuiva la sua velocità di rotazione. Attualmente il campo magnetico terrestre ha raggiunto una flessione pari al 50 per cento se comparato a quello di 1.500 anni fa. Questo fenomeno, che è destinato ad andare avanti, rientra in un meccanismo del tutto naturale. Per rendere l'idea, un po' come il meccanismo che regola le stagioni, ma assai più complicato e potente.

http://ecole.pagespro-orange.fr/lycee.robert.schuman.fr/Schuman_fichiers/rschyuman.jpeg

Secondo il geologo Gregg Braden, tanto tempo fa i Maya ritenevano che il culmine della trasformazione poteva essere raggiunto nel 2012, quando la risonanza magnetica potrebbe toccare i 13 cicli al secondo e il suo campo magnetico potrebbe addirittura assestarsi attorno allo zero. Secondo Gregg Braden, il Punto Zero sarà associato alla quasi totale diminuzione del campo magnetico. Con questi parametri così bassi la Terra cesserà di ruotare. Nonostante ciò, la gravità del pianeta non sparirà in quanto essa è governata da altre leggi, non dalla sua rotazione. Non sarà la prima volta che accadrà una simile trasformazione visto che una cosa simile pare si sia palesata per ben 14 volte negli ultimi 4,5 milioni di anni. L'ultima volta che il fenomeno è esordito risale tra gli 11mila e 13mila anni fa, un'era che molti esperti associano con la fine di Atlantide e l'inizio della ricostruzione dopo il grande cataclisma avvenuto dopo il 10500 a.C.


Esiste un Grande Ciclo di 26mila anni che governa questo processo di trasformazione e tredicimila anni fa ci trovavamo nel mezzo di esso. Ora, questo Grande Ciclo è in dirittura d'arrivo e questo comporterà enormi mutamenti. Gregg Braden non scarta certo la possibilità che il nostro pianeta possa smettere di roteare. Inoltre, da analisi del ghiaccio in Groenlandia e nelle aree polari emerge che probabilmente l'asse terrestre si sia spostato di recente, circa 3.500-3.600 anni fa. Tutte le volte che l'intensità del campo magnetico del nostro pianeta è diminuita, fenomeno che oggi possiamo sperimentare in prima persona, è corrisposto uno spostamento dei poli, ovvero l'inversione del nord e sud magnetico. Gregg Braden sostiene che per alcuni giorni la Terra smetterà di ruotare e poi inizierà a farlo in senso opposto. Se il pianeta smetterà temporaneamente di ruotare avrà una metà illuminata e l'altra metà al buio, E questo fenomeno è descritto migliaia di anni fa dagli antichi. Questo processo lo si può osservare in una barra di ferro quando il flusso di elettricità che la attraversa viene invertito, si ha l'inversione dei poli. Quando la Terra inizierà a ruotare in senso opposto muterà direzione il suo flusso elettrico, e quindi si invertiranno i poli.

Il dottor Brian Desborough sostiene che i media tendono a sminuire, e alla peggio, ignorare molti eventi geofisici. Anch'egli conferma la veloce diminuzione del campo magnetico terrestre che prossimamente raggiungerà lo zero. Anche il servizio geologico degli Stati Uniti conferma queste tesi. L'ente di stato sostiene che ogni 500mila anni il campo magnetico terrestre raggiunge lo zero per poi riformarsi lentamente. Questa transazione causerà epocali trasformazioni geologiche, cataclismi terrestri, eruzioni esplosive dei vulcani, ecc., a causa del temporaneo blocco della rotazione del pianeta. Colleghi di Brian Desborough affermano che il campo magnetico della Terra abbia già toccato lo zero e che si sia elevata la conversione dell'idrogeno in elio. Questo processo di intensificazione delle frequenze non interessa solamente il nostro pianeta ma anche il sistema solare e l'intera galassia.

L'immagine “http://www.dnamagazine.it/pics/pittogramma1.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Gli antichi sapevano molto bene di queste svolte energetiche che causavano epocali cambiamenti strutturali e geofisici della Terra. I calendari dei Maya (che risalgono a circa 18mila anni fa), degli egizi (che risalgono a circa 39mila anni fa), dei tibetani, dei cinesi e di altre civiltà portano nel periodo che corrisponde a quello nostro; quello che sta per terminare. In particolare, i Maya parlavano di un tempo di transizione, ovvero del periodo di "Assenza di tempo", in cui il vecchio tempo veniva sostituito dal nuovo tempo. Secondo i Maya, il tutto iniziava nel luglio del 1982 e avrebbe condotto al cambiamento nel 12 dicembre 2012. Infatti, neanche a farlo apposta, attorno agli anni ottanta si inizia a sentire sempre con maggiore intensità di mutamenti del clima, del surriscaldamento della Terra e via dicendo.

[via ecplanet.com]

sabato 15 dicembre 2007

Ridateci Luttazzi!

Lo sciopero degli autotrasportatori non ha funzionato...
serve una mobilitazione popolare!

Ridateci Luttazzi!



http://www.danieleluttazzi.it/

Letterina a Babbo Natale: 1) Lancia Missili da scrivania

USB MSN Missile Launcher con Webcam

USB MSN Missile Launcher

In principio era il classico USB Missile Launcher cioè un pazzo lanciarazzi che si controllava dal pc con mouse e tastiera indirizzandolo verso colleghi spaesati o membri della famiglia inconsapevoli: con precisione si muoveva il lanciamissili posizionandolo nella giusta inclinazion, si premeva fuoco e il gioco era fatto. Ma con la nuova versione si passa a un livello successivo!

Infatti con USB MSN Missile Launcher questo gadget diventa ancora più diabolico visto che può essere non solo comandato a distanza, in modalità remota, ma può anche essere controllato da uno dei nostri contatti di MSN Messenger direttamente dalla finestrella di conversazione. E come fa a indirizzare il lanciamissili si trova, poniamo, a 10.000 km? Semplice, grazie alla webcam integrata, che permetterà all'amico di muovere il Launcher per direzionarlo dove meglio crede!

USB Missile Launcher with Webcam sarà presentato a Las Vegas al CES 2008 di inizio Gennaio dove sarà anche comunicato il prezzo e l'uscita.


[via tecnocino.it]


Illusione trascendentale!

Segui le istruzioni:

  1. Concentrati sui 4 puntini all‘interno dell‘immagine per 40 secondi
  2. Immediatamente dopo sposta il tuo sguardo lentamente verso un muro vicino (deve essere liscio e possibilmente monocromatico)
  3. Vedrai così formarsi lentamente una chiazza chiara (continua ad osservarla attentamente)
  4. Sbatti le ciglia e vedrai formarsi una immagine all‘interno della macchia
  5. Cosa vedi, o piuttosto CHI vedi?

venerdì 14 dicembre 2007

Idee regalo indispensabili...

faucet_light_3.jpg
Questo adattatore per rubinetti può rilevare la temperatura dell’acqua, 32 gradi o più provocheranno una luce LED rossa, temperature inferiori ne accenderanno una blu. Non ci sono molti dispositivi come questo, ma è sicuro che renderà più pop la vostra cucina e a soli 14 euro, non potete sbagliare.
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usb_santa_boots.jpg
Le ciabatte da Babbo Natale USB che riscaldano i piedi.
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bernstrand_3.jpg
Con questo bikini di salvataggio ‘Bay Watch la probabilità di essere salvati da un bagnino maschio aumenterà di dieci volte se ne indossate uno. In più pare abbia delle imbottiture per garantire un buon livello di galleggiamento.
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Il Keyport, è un costoso portachiavi che contiene una mezza dozzina di chiavi senza che emettano quel fastidioso tintinnio. Se avete 200 euro e non sapete cosa farci, ecco l’opportunità che aspettavate per evitare che le vostre chiavi facciano o graffino il vostro iPod quando avete entrambi in tasca.

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sasumata2.jpg

In Giappone, le pistole sono illegali, quindi le persone non ne vedono in giro molto spesso. Invece di temere un aggressore con una pistola, temono quelli con i coltelli. Il modo migliore per evitare che un tipo con un coltello vi faccia a pezzetti? Tenerlo a distanza. Ecco l’idea che sta dietro questi Sasumamta, strani bastoni da autodifesa che si trovano appesi ai muri nelle scuole giapponesi.

Se un malintenzinato si avvicina, basta spingerlo contro il muro con il Sasumamta.

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lar_Astone_Sit_N_Joy_Silksceen.JPG
Poltrona gonfiabile che massaggia Aston Sit N Joy. Lasciateci elencare le cose che ha e che fa. Porta bicchieri. Alloggiamento per iPod. Telecomando. Funziona sulla spiaggia, sull’erba, a casa, ovunque. Si pulisce facilmente per una semplice manutenzione. Costa solo 83 euro.

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lifestraw.jpg
Ci piace l’idea di una cannuccia che filtri l’acqua mentre beviamo, ma la prima versione della LifeStraw e tutti gli aggeggi simili che sono stati prodotti da iStraw lasciavano uno sgradevole sapore di iodio nell’acqua. Secondo i suoi costruttori, la LifeStraw Mark II elimina quasi completamente quel tremendo retrogusto mentre filtra il 99,999% dei batteri e il 98,7% dei virus che possono potenzialmente essere nell’acqua.

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kind_cushion.jpg
Troppe volte abbiamo visto fallire i nostri esperimenti di “un-colpo-un-chiodo” alla Karate Kid. Questo semplice dispositivo tiene fermo il chiodo al centro di un pezzo di plastica con una croce che permette alla capocchia di uscire quando avete finito di martellare. Brillante, ma la gente impegnata a martellare attentamente non ha tempo di mettersi anche a giocherellare con l’attrezzatura. In più, è divertente prendersi gioco di loro.

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showerhead.jpg
Abbiamo già visto qualche rubinetto in grado di individuare la temperatura dell’acqua, ma lo stesso concetto di doccia è stato, finora, principalmente un affare giaponese. Immaginate la nostra sorpresa quando abbiamo trovato questa bocchetta per docce in Cina, che ha quattro diverse sfumature che corrispondono ad altrettanti range di temperature: bianco per “dovrei pagare la bolletta”, blu per “cavolo, avrei dovuto aspettare che l’acqua si riscaldasse”, rosa e fucsia per “ah, questa si che è vita” e rosso fuoco per “bruciaaaa!”.

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temperino.gif

Un altra follia di Thanko (peccato che in Italia sia difficile trovarne i prodotti, accidenti..): un temperino USB che funziona indifferentemente a pile o se collegato al computer portatile e che, se siete al buio e dovete assolutamente temperare il vostro pastello rosso carminio, si illumina anche (”luce al neon”, dice il sito). Si chiama iSharpener (a proposito, avete notato che ormai anche gli oggetti più idioti si chiamano iQualcosa?) ed è perfettamente, amabilmente e incomparabilmente inutile.

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[via gizmodo.it]




martedì 11 dicembre 2007

Quanto pesa 1 chilo?

Se il chilo pesa di meno
Cosa succederebbe se un giorno un chilo di pane pesasse un chilo e mezzo? Una domanda senza senso, un chilo è un chilo! Eppure, qualcosa del genere sta accadendo... Dopo il recente allarme lanciato da un ricercatore dello storico Ufficio pesi e misure di Parigi, abbiamo sentito il parere di un ricercatore italiano, che ci ha spiegato che cosa peseremo per 1 kg nel 2011.

Andrea Porta, 6 dicembre 2007

Il chilo sottovetro al Bureau International des Poids et Mesures di Parigi.

Il chilogrammo è l'unità di misura standard della massa e tutti i pesi fanno riferimento ad essa. Qualcosa però sta cambiando, anche se non ce ne stiamo accorgendo. Il prototipo ufficiale del kg a cui tutto il mondo (o quasi) fa riferimento - un cilindretto metallico conservato a Parigi e da più di un secolo standard di riferimento dell'unità di misura - con grande stupore del mondo scientifico ha inspiegabilmente perso peso.

Il chilo? È in Francia
Da 118 anni il "Grand Kilo", realizzato in lega di platino e iridio, viene gelosamente conservato sotto una tripla campana di vetro presso il Bureau International des Poids et Mesures (Bipm) di Sèvres, vicino a Parigi, l'organismo internazionale che stabilisce i criteri per la determinazione delle unità di misura. Il Grand Kilo rappresenta il chilogrammo e a esso in pratica fanno riferimento tutte le bilance dei Paesi che lo impiegano come unità di misura della massa.

Dimagrimento inatteso
Nonostante i suoi anni, il Grand Kilo è salito agli onori della cronaca solo lo scorso settembre, quando Richard Davis, un fisico del Bureau, ha lanciato un allarme: il cilindretto di 39 mm di altezza e di eguale diametro realizzato nel 1875 non pesa più un kg. Certo, la perdita di massa è infinitesimale, circa 50 miliardesimi di kg. Un "dimagrimento" sufficiente però a causare subbuglio nel mondo scientifico, che si sta muovendo per capire cosa sia successo al kg standard e, soprattutto, per individuare metodi più moderni e affidabili per stabilire ufficialmente quanto pesa un kg.

...il "kg ministeriale"
Il chilogrammo è frutto di un accordo sottoscritto da cinquantuno Paesi.

Il campione di metro in platino-iridio.

Il chilo non è internazionale: è il frutto di un accordo sottoscritto inizialmente da diciassette Paesi (arrivati negli anni agli attuali cinquantuno), che nel 1875 firmarono la Convenzione Internazionale del Metro, riguardante le unità di misura tuttora alla base della nostra vita quotidiana, come il metro, il chilogrammo e il secondo. Dopo la realizzazione del Grand Kilo si decise di produrre altri campioni dell'unità di massa così che i Paesi firmatari della Convenzione potessero averne copie di riferimento. Anche in Italia ci sono campioni di kg: sono quattro e vengono conservati presso il Ministero dello Sviluppo Economico e presso l'Inrim (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica), l'ente italiano corrispondente al Bureau International des Poids et Mesures.

Idrogeno che scappa

«I prototipi nazionali», spiega a Focus.it Walter Bich, ricercatore presso l'Inrim e responsabile del campione nazionale di massa, «furono sottoposti a due verifiche: la prima durata dal 1946 al 1953, la seconda dal 1988 al 1992.» A quanto si scopre, però, la diminuzione di massa del Grand Kilo è fatto noto da prima che Davis ne desse notizia: «Già all'epoca di queste due verifiche dei prototipi nazionali si evidenziò, nonostante la pulitura accurata a cui i campioni vengono sottoposti, un aumento della massa della maggior parte di questi rispetto al prototipo internazionale conservato a Parigi». In pratica i prototipi realizzati sul calco dell'originale risultavano più "pesanti". Ma com'è possibile? «In teoria l'unità di riferimento andrebbe considerata immutabile, per cui le discrepanze dovrebbero essere attribuite ai prototipi nazionali. È ovvio però che nacque il sospetto che a variare fosse prevalentemente il Grand Kilo», spiega Bich. L'ipotesi più accreditata è che tutti i campioni hanno subito variazioni in misura diversa, ma in modo particolare il Grand Kilo che - costruito con tecnologie più primitive rispetto alle copie via via più recenti - avrebbe rilasciato col tempo l'idrogeno rimasto "intrappolato" negli interstizi del materiale durante la sua realizzazione, perdendo parte della propria massa.

...come peseremo le mele

Non saranno certo le incertezze della fisica ad avere conseguenze sul peso della frutta...

La terza unità fondamentale del nostro sistema è il "secondo", inizialmente definito come 1/84.600 di un giorno medio.

Problemi al supermercato con la frutta? O più serie difficoltà scientifiche nelle stime della massa dei più piccoli elementi della materia? Secondo gli studiosi il kg che pesa meno difficilmente causerà problemi nella vita di tutti i giorni, ma certamente al mondo scientifico sì. Un'unità di misura determinata da un confronto con un oggetto fisico è infatti di per sé poco affidabile. Fortunatamente però la tecnologia negli anni si è evoluta e oggi ci potrebbe permettere di stabilire univocamente la massa del kg in modi ben più precisi e sofisticati, ad esempio attraverso esperimenti che la rilevino in base a costanti fisse e immutabili, un po' come già avviene per il metro.
Dalla materia al peso
Alla scoperta del fisico che ha evidenziato questo "calo di peso" del Grand Kilo sono seguite tante proposte per una nuova definizione della massa. Ad esempio, alcune ricerche sono orientate a ricavare la massa del chilo dalla costante di Planck, alla base della meccanica quantistica. Invece Ronald F. Fox, professore emerito di fisica al Georgia Institute of Technology, e Theodore P. Hill, matematico della Georgia Tech School of Mathematics, a settembre hanno ripresentato una proposta che avevano avanzato già nel 2005: secondo loro il grammo, millesima parte del chilo, dovrebbe essere definito attraverso un'altra costante fisica, quella di Avogadro, come 1/12 della massa di una mole di carbonio-12, dove per mole si intende una delle unità base con cui è misurata la materia. Misurando la mole, si ricava il kg. Secondo gli scienziati i tempi per adottare uno di questi "nuovi chilogrammi" sono maturi: già due anni fa c'era chi sosteneva che quest'anno, in occasione della Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure conclusasi a novembre, sarebbe stato possibile abbandonare il vecchio cilindro metallico di Parigi. In realtà occorre ancora superare alcuni problemi sperimentali che impediscono un calcolo esatto della mole: «L'obiettivo non è lontano, confidiamo che le difficoltà vengano superate entro la prossima Conferenza, che si terrà nel 2011», conclude Bich. Nel frattempo potremo continuare a fare la spesa senza che il peso della frutta o del prosciutto possa risentire delle incertezze della fisica.

Acqua, piedi e buoi: come si misurava il mondo prima della tecnologia
Oggi, accanto al Sistema Internazionale (SI) che definisce il chilo, il secondo, il metro e altre quattro unità base, esistono altri sistemi “minori” per diffusione geografica. Il primo e più importante è il Sistema Imperiale Britannico, basato su pollici, piedi e yarde per le lunghezze, once e libbre per la massa, pinte e galloni per il volume. Una sua variante è il Sistema Consuetudinario Statunitense, impiegato tuttora negli Usa.


L'aratura: miniatura tratta dal Libro d'Ore del Duca di Berry.

Le unità di misura sono state definite in modo spesso molto curioso, tanto che fino al Settecento in Europa regnava una notevole confusione in fatto di misurazioni. In Italia, per esempio, l’unità “standard” per la lunghezza era il braccio, che però... non era uguale dappertutto: a Torino, per dirne una, era un terzo della lunghezza dell’impronta del corpo di Cristo sulla Sindone! In ambito agricolo invece ogni provincia aveva le sue unità per misurare i terreni: moggio, staio, salma, tomolo, mondello, rubbio, pertica, giornata e altre ancora. Il valore di ogni unità era decisamente aleatorio, basti pensare che una giornata - misura impiegata soprattutto in Piemonte - equivaleva all'estensione di un campo arato da una coppia di buoi in un giorno.

Viva la Rivoluzione! All’estero le cose non andavano meglio. A Londra ha resistito per secoli la yarda, che secondo la leggenda fu definita, nel XII secolo, da Enrico I come la distanza tra la punta del suo naso e il pollice della sua mano. A Parigi c’erano quasi mille unità di misura impiegate in ambito commerciale, tra le quali l’ulna, usata dai venditori di stoffe. Anche in questo caso la confusione regnava sovrana: un’ulna corrispondeva a 1,20 m circa, ma non sempre... A seconda che la vendita fosse al dettaglio o all’ingrosso, la sua lunghezza variava. Ci volle la Rivoluzione Francese per mettere ordine in questo caos, con l'adozione del sistema metrico decimale.

Che cosa sono le misure
Il chilogrammmo corrisponde ancora oggi al prototipo conservato al Bureau International des Poids et Mesures di Parigi che - variazioni “impreviste” a parte - costituisce uno standard internazionale. Ma come si è stabilito, all’epoca della sua realizzazione, quanto doveva pesare un kg? Tutte le unità di misura hanno una lontana radice storica o, più spesso, derivata da misurazioni di oggetti del mondo naturale. Nel caso del chilo si stabilì che la sua massa doveva essere quella di un decimetro cubo di acqua distillata, alla temperatura corrispondente alla sua massima densità, ovvero 4 °C. Un calcolo complesso, soprattutto considerando il fatto che “acqua distillata” è un concetto generico: la capacità di distillare l’acqua si è evoluta, dall’Ottocento (quando fu coniata la definizione) a oggi. Fu questo il motivo che spinse alla realizzazione del Grand Kilo. Che però, a quanto pare, non è comunque del tutto affidabile.

Lunghezza e tempo. Altro discorso per il metro: già da quasi cinquant’anni il campione del metro conservato a Parigi, un’asta in platino-iridio realizzata nel 1889, non ha più alcun valore scientifico. Oggi infatti la definizione dell’unità di lunghezza si basa su una costante fisica: la velocità della luce. Il metro è indicato cioè come la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/299.792.458 di secondo. Prima di giungere a questa convenzione, però, la lunghezza che oggi chiamiamo metro ha avuto varie definizioni, tra le quali la decimilionesima parte del meridiano terrestre passante per Parigi. Il secondo, invece, in passato indicato semplicemente come 1/86.400 del giorno solare medio, è oggi definito per mezzo di un elemento chimico, il cesio 133: la durata di un secondo corrisponde infatti a quella di 9.192.631.770 periodi della radiazione prodotta dalla transizione tra i due livelli che caratterizzano lo stato dell’atomo di questo elemento.


[via focus.it]

domenica 9 dicembre 2007

4 risate napoletane con Vincenzo Salemme




Le indagini genetiche sono iniziate

Dal libro di Michael Crichton "Next" alla realtà, riporto una notizia comparsa anche su diversi quotidiani italiani come La Stampa:

Un nuovo sito web - GeneTree.com - vuole aiutare a rispondere alla domanda “Chi sono ?” combinando i dati del DNA con le tecnologie di information-sharing rese famose da MySpace.com, di News Corp, e YouTube, di Google. Il sito promette di dare agli utenti gli strumenti per costruire un albero genealogico che si spinga molto in là nel tempo. “GeneTree fornisce un modo divertente per interagire con gli amici e la famiglia”, dice James Lee Sorenson di GeneTree, che ha radici in una serie di società fondate dal miliardario dello Utah James LeVoy Sorenson. GeneTree vanta infatti i diritti esclusivi dell'archivio di proprietà della Sorenson Molecular Genealogy Foundation, che entro la fine dell'anno dovrebbe rappresentare circa 100.000 persone e circa 6 milioni di collegamenti ancestrali da tutto il mondo, secondo la società.


Gli utenti che vogliono farsi un'analisi genetica possono scegliere tra diversi tipi di test del DNA mitocondriale, ad un prezzo che varia da 99 a 149 dollari. Sorenson Genomics farà poi l'analisi del DNA mitocondriale che, secondo Scott Woodward, direttore della Sorenson Molecular Genealogy Foundation, offre uno sguardo profondo sulle proprie radici e i propri avi.

Queste notizie hanno sollevato un certo scalpore. Il New York Times, esaminando la rilevanza etica e morale, scrive: “Cosa accadrebbe se si sapesse di essere predestinati a morire giovani ? O di aver passato un gene cattivo ai propri figli? O, più materialmente, se una compagnia di assicurazioni potesse impiegare simili informazioni contro la clientela ?”, sono tra i primi interrogativi.


“Se le persone affrontano gli esami con la consapevolezza dei limiti che hanno e, soprattutto, prendono in considerazione i risultati con un granello di sale in testa, benissimo”, dice Angela Trepanier, presidente subentrante della National Society of Genetic Counselors, “ma occorre comunque prestare particolare attenzione a cosa sapere e cosa non sapere”. Il dott. Kari Stefansson, chief executive di deCODE Genetics, precisa: “Le informazioni fornite dall'azienda non coincidono con un test genetico. Se i clienti pensano di essere a rischio per un particolare tipo di patologia, debbono sottoporsi a un test specifico dal proprio medico”.

Jesse Reynolds, del Center for Genetics and Society, dice: “In questo modo saranno cedute importanti informazioni private. I nostri genomi e la nostra storia medica potranno influenzare molte decisioni, in campo lavorativo ad esempio, oppure in quello assicurativo, e anche in quello amoroso”.

In futuro si potrà decidere di fare una dettagliata analisi del DNA del fidanzato/a,
sopratutto se si vogliono avere figli...

[via ecplanet.com]

Via i bambini di Città del Guatemala dalle discariche

Il deposito delle immondizie, il più grande dell'America centrale,
dà da vivere a 2.500 persone ma non ci lavorano più i piccoli guajeros

I bambini di Città del Guatemala
dalla discarica alle aule scolastiche

Una "ex niña de la basura": "Sono entrata che avevo cinque anni
ci sono rimasta fino ai 17 e ho visto tanta gente morire tra la spazzatura"
di PAOLA COPPOLA


CITTA' DEL GUATEMALA - Los "niños de la basura" se ne sono andati. Ora giocano per la strada, al di qua del recinto di cemento. Per loro il "Relleno sanitario" è una zona proibita: il lavoro minorile è vietato nella discarica di Città del Guatemala. E ora questa che è la discarica più grande dell'America centrale e l'unica autorizzata nella capitale guatemalteca è divenuta un modello nell'area per aver sradicato completamente la presenza dei piccoli guajeros che scavano tra le colline di rifiuti per selezionare rame e vetro, plastica e carta.

GUARDA LE IMMAGINI

Le loro mani piccole e veloci sono una risorsa economica per decine di famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà ma qui, nel "polmone economico" della Zona 3, a differenza di paesi come Honduras, Nicaragua, Salvador (dove leggi simili non riescono a evitare la presenza di bambini) c'è una legge che li protegge e viene rispettata alla lettera e, per di più, permette l'accesso ai rifiuti solo a chi è identificato e registrato. Per volere della municipalità della capitale la discarica non è più una terra di nessuno: da più di 20 anni il benvenuto del "Relleno sanitario", che occupa un'area pari a otto isolati, lo senti da lontano: un odore acre e gruppi di avvoltoi che si contendono i bocconi più ghiotti. Anche se questa resta l'unica forma di sostentamento per più di 2500 persone, oggi vedi una geografia umana diversa quando superi decine baracche di lamiera prima dell'ingresso: ci sono uomini e donne a raccogliere e separare la spazzatura e poi rivendere quella che può essere riciclata.



UN ESPERIMENTO DI SUCCESSO - Il "Relleno sanitario" è considerato un esperimento di successo: perché solo nel 2005 un terzo dei 3600 guajeros che lavoravano in questa discarica erano bambini. Poi è arrivata la legge applicata in modo rigoroso che vieta anche la presenza dei nuclei familiari che durante la notte alloggiavano in questo luogo malsano. A chi ci lavora di giorno invece vengono insegnati i principi di pronto soccorso e di educazione sanitaria per contenere infezioni e malattie. Oggi i genitori lasciano i bambini nel "Centro ricreativo ed educativo" attaccato alla discarica dove imparano a leggere e a scrivere e lavorano per recuperare la manualità che hanno perso dopo anni di lavoro tra i rifiuti. In questo progetto è coinvolta direttamente la Cooperazione italiana.

Julia Castillo ora ha 19 anni, è una "ex niña de la basura": "Sono entrata che avevo 5 anni, tutto quello che guadagnavo lavorando lo davo alla mia famiglia. Ho visto tante persone morire nella discarica, tanti bambini investiti dai camion. Le madri portavano anche i neonati quando dovevano lavorare e li lasciavano in scatole di cartone tra i rifiuti. Io sono rimasta fino a 17 anni, e finché ero qui per me esisteva solo la spazzatura, non vedevo nient'altro, era tutto il mio mondo".

Come Julia anche altri "niños de la basura" partecipano al progetto della cooperazione - Protection y desarrollo de la niñez y adolescencia en la ciudad de Guatemala - che si occupa di sottrarli alla strada, alla droga e alla violenza e inserirli nel mondo del lavoro.

NON CHIAMATELO INFERNO - A molti non piace ricordare quando i bambini litigavano con gli avvoltoi per i resti di una merendina perché dicono che quello dei guajeros è un mestiere dignitoso e redditizio che sottrae molte famiglie a una vita di miseria. Il "Relleno sanitario" resta un polo d'attrazione per molti abitanti della capitale e per chi arriva dalle campagne è una una risorsa in attesa di una sistemazione migliore. Gli immigrati, tra cui diversi indigeni, scelgono di lavorare nella discarica come prima occupazione: fino al 2005 vendendo il materiale da riciclare si guadagnavano tra i 100 e i 150 quetzales al giorno, una cifra elevata se si considera che il salario minimo garantito è di 1440 quetzales al mese. "Il guajero ha anche una funzione sociale", ricorda Giorgia Canulli che lavora come consulente per la cooperazione italiana. "Ogni giorno convergono qui oltre 3000 tonnellate di spazzatura prodotte da Città del Guatemala".

UN MESTIERE IN DECLINO - Anche se sembra un paradosso quello che da sempre è considerato un "polmone economico" di Città del Guatemala rischia il declino: oggi il guajero è un lavoro meno redditizio, la paga è più bassa anche perché è cambiata la filiera del riciclo dei materiali. Chi lavora nella discarica può prendere una paga tra i 45 e gli 80 quetzales al giorno.

Rende bene soprattutto il vetro, ma sempre non sono i guajeros a vendere i rifiuti selezionati agli intermediari che, a loro volta, li rivendono alle imprese nazionali e internazionali. Il riciclo avviene alla fonte e i rifiuti arrivano già differenziati alla discarica. "Per tante famiglie della zona - continua Canulli - esiste una paura concreta: dopo aver vietato l'ingresso ai bambini, temono che si arrivi a limitare il numero di guajeros che possono lavorare nella discarica: un accesso ristretto a 5-600 persone significherebbe una condanna alla fame".

(6 dicembre 2007)

[via repubblica.it]

Daniele Luttazzi epurato anche da La7

Polemiche anche dentro La7 dopo la decisione

Daniele Luttazzi licenziato:
«Libertà di satira negata»

Il comico: «Spero che ci ripensino». Ferrara (offeso) minacciava di andarsene

Daniele Luttazzi (Olycom)
MILANO — «In Italia non è possibile fare satira libera. Sono sbalordito perché Antonio Campo Dall'Orto (direttore di La7, ndr) ha sospeso il programma senza una spiegazione valida. Mi ha detto che è rimasto colpito da un monologo satirico grottesco che lui ritiene un insulto ma che oggettivamente non lo è, per cui mi aspetto una scusa migliore». Ci risiamo. Luttazzi sospeso, sa di déjà-vu. I fatti. Nella puntata di Decameron in onda otto giorni fa il comico si chiedeva: «Come si fa a sopportare che Berlusconi dica che era contrario alla guerra in Iraq?». Ecco la soluzione: pensare «a Giuliano Ferrara dentro la vasca da bagno» usato come una latrina (i termini sono irriferibili) da Berlusconi, Dell'Utri e Previti. «La motivazione — continua il comico — è che si tratta di un insulto ma non lo è. Si trattava di un'immagine in una articolata pagina di satira che si lega alla tradizione di Ruzzante e che era collegata ad Abu Ghraib. Un monologo a cui ho lavorato un anno e mezzo».

Il video incriminato:



In sua difesa Sabina Guzzanti: «Non ci posso credere, spero sia solo una sospensione, magari un ammonimento e poi lo rimetteranno in onda». No. Nessun ripensamento. Spiega Campo Dall'Orto: «A Luttazzi abbiamo dato la totale libertà di espressione, ma chi ha una libertà così grande deve avere anche senso di responsabilità. È la filosofia della rete. Ciò che è accaduto riguarda l'uso inappropriato del mezzo televisivo, non la libertà di satira. In quell'intervento ho visto solo insulti personali». Avrebbe preso la stessa decisione se non si fosse trattato di un volto storico della sua rete? «Sì. Il fatto che sia stato preso di mira Ferrara è un'aggravante: mi sento come un allenatore di una supersquadra e applico i principi che ho imparato da piccolo, se insulti un tuo compagno non giochi».

Posizioni inconciliabili, conferma Dall'Orto: «Luttazzi ritiene che sia satira grottesca, per me non lo è. Rimane tra i comici più bravi, ma il suo è un errore inaccettabile, che va contro la nostra filosofia: uso responsabile della totale libertà che uno ha». Non bastasse, anche due gialli. Il cdr del TgLa7 ha denunciato che «con un incomprensibile e arrogante atto censorio il vicedirettore ha deciso di non inserire la notizia nell'edizione notturna». Una presa di posizione che non è piaciuta al direttore Piroso: nessun commento ufficiale, ma in una mail al cdr ha chiarito che, in attesa di una verifica sull'accaduto, sospettare che la direzione del TgLa7 pratichi la censura, tanto più su un documento ufficiale dell'azienda, è surreale. Secondo giallo: la decisione è stata presa sulla testa di Ferrara, assicura dall'Orto: «Non ci siamo mai sentiti, non so nemmeno se si sia offeso oppure no». Si concede una battuta: «Ha le spalle larghe». In realtà anche le gambe lunghe: la gag di Luttazzi non è affatto piaciuta al direttore del Foglio che avrebbe minacciato di andarsene. E come in un incontro di boxe impari il peso massimo ha messo k.o. il peso piuma.

Renato Franco
09 dicembre 2007


[via repubblica.it]

RiflettoTv Film gratis on-demand e non solo

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RiflettoTV si basa sulla tecnologia on-demand ossia l’utente può visualizzare tutta la programmazione del canale e scegliere il programma da vedere, annullando eventuali attese e/o orari prestabiliti.

Attualmente i film in programmazione sono:
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Inoltre ci sono dei format prodotti dalla stessa RiflettoTV come ad esempio News, Musica e i trailer dei film più interessanti attualmente in programmazione.
La qualità di riproduzione è ottima e in più ci sono anche dei programmi in HD anche se non si tratta di una vera e propria alta definizione vista l'esigenza di garantire uno streaming fluido.


Rifletto Tv è una televisione che nasce dall'idea del giornalista Gabriele Cucolo con l'obiettivo di creare un emittente rigorosamente "free press", libera da qualsiasi pregiudizio o pressione e dedicata a chi vuol sapere solo la verità.

giovedì 6 dicembre 2007

La Mano-Robot che legge il pensiero

E' la più avanzata e sofisticata, frutto di una ricerca italiana d'avanguardia
Guidata dagli impulsi nervosi del cervello tradotti in azioni per mezzo di un'interfaccia

Snodata, flessibile e legge il pensiero
Ecco la mano-robot per la riabilitazione

Si lavora per rendere il progetto sempre più leggero
ed invisibile. Tra cinque anni, sarà tutta wireless

ROMA - Snodata e flessibile proprio come una mano umana, controllata "dal pensiero": è il modello più avanzato di mano robotica guidata dai segnali elettrici emessi dal cervello, rilevati con l'elettroencefalogramma e trasmessi alla macchina per mezzo di un'interfaccia che li traduce in azioni. E' il risultato del progetto Neuromath, condotto nell'ambito del programma europeo Cost da Università di Roma La Sapienza, Fondazione Santa Lucia di Roma e Scuola superiore Sant'Anna di Pisa.

Uno studio all'avanguardia che conferma il ruolo leader dell'Italia in questo settore a livello internazionale, ha detto il Nobel Rita Levi Montalcini, aprendo il convegno dedicato al progetto e organizzato dalla Fondazione Santa Lucia.

"La mano è nata per essere utilizzata come protesi", ha detto il responsabile del progetto, Fabio Babiloni, dell'università La Sapienza. Ora si sta lavorando per rendere il dispositivo sempre più leggero e "invisibile": nell'arco di cinque anni i ricercatori contano di eliminare ogni filo e stabilire collegamenti wireless fra cervello e macchina.

Fra dieci anni la cuffia che rileva i segnali elettrici del cervello potrà essere sostituita da minuscoli elettrodi nascosti fra i capelli. La mano robotica è stata pensata come dispositivo per la riabilitazione, ma il campo delle applicazioni è destinato a diventare sempre più vasto. Si pensa a utilizzare questa tecnologia nelle missioni spaziali, dove astronauti costretti a lavorare in piccoli ambienti possano controllare "col pensiero" dispositivi e apparecchiature.

In un futuro più lontano le stesse tecnologie potrebbero entrare in ogni casa, per controllare "col pensiero" elettrodomestici, luci e gas.

[via repubblica.it]

sabato 1 dicembre 2007

VCAST - Registrare la Tv via internet

 

Iscrivendovi (gratuitamente) a www.vcast.it potrete registrare tutte le vostre trasmissioni preferite dai seguenti canali:

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  • ...
Le registrazioni rimarranno sul server per 3 giorni, durante questo tempo voi avrete la possibilità di vedere online i contenuti registrati o di scaricarli sul vostro pc.
La durata massima delle registrazioni è di 3 ore e non è previsto un limite al numero di registrazioni programmate.
Esistono diversi formati di registrazione in modo da privilegiare la qualità o la dimensione del file video inoltre viene data anche la possibilità di registrare numerose emittenti radiofoniche.

Nota : Fino al 9 ottobre 2007 era possibile registrare anche i canali mediaset ma dopo una diffida da parte della stessa, vcast ha preferito autosospendersi in attesa di una definizione della controversia.

VideoGuida:



La fine del sistema televisivo piramidale

Oggi il mondo televisivo Italiano è rigidamente chiuso in una piramide al cui vertice ci sono 2 soli broadcaster nazionali che controllano una filiera incredibile di soggetti. Alla base della catena alimentare ci sono i produttori e gli autori: dovrebbero essere in cima poiché sono quelli che effettivamente creano la televisione ma sono quelli con il minor potere e di conseguenza vengono mangiati dai predatori (i broadcaster). Se volente un esempio vi basti pensare alla recente vicenda di Vivere, programma cancellato dopo averlo fatto saltellare su è giu per il palinsesto facendogli perdere ascolti.

Vi propongo una analogia: 15 anni fa il mercato discografico era controllato da pochissimi soggetti, Capitol Records, BMG, Sony, convinti che tutto sarebbe rimasto immutato nei secoli a venire. Invece è successo l’esatto contrario, gli utenti hanno ‘preso il potere’ e hanno distrutto un mercato oligarchico per restituire il controllo agli artisti: la lapide l’hanno scritta i Radiohead la settimana scorsa con il rilascio del primo disco non intermediato da una casa discografica, proprio come se fossero l’ultima delle garage band. In poche parole è cambiato tutto. Chi ascolta è entrato in diretto contatto con chi la musica la fa.

Mediaset è convinta che il sistema televisivo italiano vada benissimo così com’è: totale diffusione dell’analogico, un satellite di nicchia, un digitale terrestre per una pay tv da fare concorrenza a Sky; internet non viene preso sul serio. Non è una mia opinione, è quanto è stato espresso con assoluta chiarezza da rappresentanti Mediaset in ben due convegni recenti a cui sono stato. E se si sbagliassero? E se gli spettatori non fossero così passivi? E se quello che conta fosse il contenuto e non più il canale?

Vcast propone un modello nuovo di uso della televisione: vedere quello che si vuole quando si vuole. I contenuti arrivano ‘da soli’ e sono disponibili sempre; il videoregistratore virtuale serve a sopperire ad una mancanza di contenuti direttamente serviti dai produttori, ed è questa la direzione in cui ci stiamo muovendo: mettere in contatto chi guarda la televisione con chi la produce. Senza intermediazioni. Con un meccanismo che sia semplice ed efficiente e garantisca i diritti di tutti, non solo di alcuni.


Chi ha Tempo, non aspetti Tempo.

Una affermazione che ho sentito ed usato innumerevoli volte è Non ho Tempo. In effetti è una affermazione sostanzialmente sbagliata poiché il Tempo, oltre a non essere di nessuno, non si perde, non si trova, non si recupera, ma neanche si pesa o trattiene. Il Tempo è semplicemte una convenzione, una cosa che viene misurata in ore ma che è per definizione stessa immateriale.

Eppure ci vincola, ci condiziona, ci opprime e ci libera. La nostra ambizione è di dare la possibilità alla Persona di avere più tempo permettendogli di scegliere, selezionare, registrare più contenuti video contemporaneamente per poi guardarseli come e quando crede. A casa, in treno, al parco. Oppure semplicemente di guardarli poi e adesso farsi una passaggiata.

Vcast fa questo: presenta quanto è disponibile in rete, produce i propri contenuti e consente di registrare ciò che va in onda sulla televisione tradizionale.

La speranza è che Vcast migliori, seppur di poco, le nostre vite, rendendole un po’ più semplici e un po’ più ritagliate su di noi e non sui gusti di qualcun’altro.
[via vcast

ROBERTO BENIGNI - V INFERNO

29/11/2007. Grande successo su RaiUno per lo spettacolo di Roberto Benigni che recita l'Inferno di Dante.
Da non perdere.

Calendario Rosaria Cannavò 2008

Calendario Rosaria Cannavò 2008

Aspettavate l'occasione di vedere la bellissima Rosaria Cannavò senza veli? Dopo aver posato per un servizio fotografico molto sexy per la rivista spagnola Interviù ( di cui potete vedere le foto nella nostra fotogallery), ecco che la rivista Fox Uomo l'ha scelta come protagonista del calendario 2008, che promette di essere uno dei calendari più venduti dell'anno.
La sua carriera televisiva non è proprio florida, avendo al suo attivo solo alcune partecipazioni marginali in programmi come Sarabanda, I Raccomandati e nelle vesti di paperetta di Paperissima, senza dimenticare la partecipazione al reality Uno, Due, Tre… Stalla! che le ha dato maggiore notorietà ma non le ha comunque permesso di affermarsi in un ruolo specifico nel campo dello spettacolo. Come molte altre soubrette sue colleghe, anche Rosaria ha vissuto storie d'amore con dei calciatori italiani quali Antonio Cassano e Christian Panucci.
Di argomenti per sfondare la giovane catanese ne ha abbastanza: un seno più che prosperoso, microslip, sguardo aggressivo, pose che poco lasciano all'immaginazione. Senza dubbio il 2008 sarà bollente grazie a Rosaria Cannavò e al calendario di Fox che potete gustarvi nella nostra immancabile fotogallery!

Fotogallery Rosaria Cannavò nuda su Iterviù

Fotogallery backstage calendario Rosaria Cannavò 2008

Guarda tutte le foto


[via tuttogratis.it]

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