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lunedì 28 giugno 2010

La vita oltre la Rete L'eredità è una password

IL MONDO virtuale è privo di paradiso e la Rete rischia di renderci eterni blogger virtuali. Per MySpace, Twitter, Facebook, Youtube, e-mail o Flickr la morte fisica è solo un problema di puntini di sospensione. Un congelamento di dati in attesa di essere toccati ancora da un cursore. Il pensiero è macabro ma Elin Tybring e Lisa Granberg, due ragazze svedesi decisamente piene di vita, hanno deciso di fare ordine e di cavalcare un mercato che ha ancora molto spazio da offrire. Grazie a loro stabilire che fare dei vostri averi e domini nel web in caso di decesso, è solo una scelta in più. Un testamento che non ha bisogno di legali e non segue regole. Nessun parente litigherà per avere la vostra password di Facebook, questo è sicuro. O forse no.

Il sito MyWebWill 1 nasce sulla morte. La versione punto com è uscita da pochi giorni, dopo un paio di mesi di prova solo in svedese. Il sistema è classico. Basta diventare soci e poi cliccare scegliendo le varie opzioni. Si possono lasciare in eredità le varie password, decidere a chi inviarle in caso di 'partenza', mandare le mail a tutti i contatti con l'ultimo saluto, "ci vediamo dall'altra parte" si legge sull'esempio tetro ma esaustivo del sito. Si può anche scegliere di dare a qualcuno la possibilità di continuare a scrivere il proprio blog. Fino alla gestione del conto, la cancellazione delle carte di credito che altrimenti continuerebbero a pagare conti a vuoto e altre cose.

Due le opzioni post mortem:
Il modello MyWebWill's 'freemium' disattiva tutti gli account. Il modello a pagamento invece, con 30 dollari l'anno, offre lo storing delle password, gli update dei post, i tweets da mandare e altre cose più o meno macabre. Spuntare le opzioni resta comunque meno difficile che compilare un testamento. Che la famiglia Addams sia d'esempio tranquillizzante. In Paesi come la Germania o la Svezia esiste un registro nazionale che segue le tracce di tutte le persone viventi e MyWebWill incrocia ogni settimana questo database. In America invece c'è bisogno di ulteriori verifiche. Questo giustifica il pagamento del servizio che, garantiscono le creatrici, è assolutamente serio e molto sicuro. Al momento dell'iscrizione la mail di conferma spiega diritti e doveri. Le due ragazze svedesi spiegando sorridono, sprizzano vitalità e mettono le mani sul vostro futuro nel web.

Nel 2005, i genitori di un marine ucciso in Iraq fecero causa a un sito che non voleva dare loro l'accesso all'account mail del figlio. Il giudice diede ragione ai familiari ma Yahoo! invece di dare la password copiò in un cd le mail. Davanti alla privacy non serve neanche la morte. La stessa politica vale per per Hotmail e Gmail che, dopo la sentenza, ora permette alla famiglia di avere un cd di backup in cambio della prova del decesso e del grado di parentela. Facebook ha recentemente cominciato a offrire profili alla memoria per i membri passati a miglior vita (Facebook Memorials). La decisione del social network è stata presa dopo la morte per un incidente di una ragazza di 21 anni. La madre aveva preso il suo posto nel network scoprendo che la figlia aveva una vita di cui essere fieri. Molti amici, molti consigli, molti gruppi.

"Abbiamo capito di aver bisogno di un protocollo del genere dopo la sparatoria alla scuola Virginia Tech. Gli studenti volevano un modo e un posto dove ricordare i compagni", ha spiegato Elizabeth Linder, portavoce di Facebook. Dal "memorial state" sono rimossi gli status e i gruppi e il profilo è visibile solo agli amici confermati. I familiari possono entrare nell'account ma non hanno accesso ai messaggi privati. La famiglia può avere dati di accesso parziali, non può arrivare ai messaggi privati. MySpace ha una politica simile ma ancora più restrizioni sulla visibilità del profilo e questo ha ispirato i creatori di MyDeathSpace.com, sito durato troppo poco prima di diventare un caso da tabloid.

Il mercato dei defunti è aperto e accattivante. Il sito Seppukoo.com 2, segue l'antica tradizione dei samurai. "Seppuku", morire con onore, concede la possibilità del suicidio virtuale. Il punto è arrivare a un suicidio di massa di tutti e 500 i milioni di iscritti nel libro delle facce. Lo slogan è "Death to Facebook". Il social network gli ha fatto causa ma loro continuano la lotta e dicono: "Impress your friends, disconnect yourself". Legacy Locker, Asset Lock e Deathswitch (costa 19.95 dollari all'anno ma mandano una mail a settimana per sapere se siete vivi, il sistema in effetti è un po' precario) offrono lo spazio per conservare password e altre informazioni e per gestirle in caso di morte. "L'assetto legale digitale nel migliore dei casi è male interpretato, nel peggiore non è neanche considerato" ha spiegato Jeremy Toeman, fondatore di Legacy Locker (30 dollari all'anno o 300, tutti insieme), che sostiene di aver avuto l'idea durante un turbolento viaggio in aereo. "Mi sono chiesto cosa sarebbe successo ai miei domini in caso di incidente. Ma sarei sorpreso se entro cinque anni la gente non inizierà a fare il testamento digitale oltre a quello normale". In effetti è facile. L'importante è solo essere ancora connessi.


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