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lunedì 26 luglio 2010

ACQUA. Che sia ricca di calcio, magnesio e residuo fisso. Non oligominerale

IL RUBINETTO DELLA SORGENTE. Gli acquedotti che fanno arrivare nelle città l’acqua al rubinetto di casa o alle fontane pubbliche, sono di due tipi. Del primo sono quelli meravigliosi creati dagli antichi Romani, che portano per centinaia di chilometri al diretto consumo dei cittadini le acque di sorgenti di montagna, tali e quali, o di risorgive ai piedi dei monti. Acqua purissima, quindi. E Roma è l’unica grande città al Mondo ad avere il privilegio di avere i rubinetti collegati alle sorgenti, per quasi due terzi della sua popolazione. Ma questa è una situazione rara e fortunata.
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E IL RUBINETTO DEL FIUME. Per lo più gli acquedotti sono del secondo tipo. L’acqua di rubinetto pesca molto più in basso, in zone antropizzate e inquinate di pianura, come pozzi e falde freatiche, laghi, o fiumi, talvolta addirittura alla fine del loro percorso. Come in molte città della Pianura Padana, da Milano a Ferrara, e nel Sud Italia. Nelle zone costiere di Paesi isolati poveri di acqua conviene ricorrere perfino alla desalinizzazione dell’acqua di mare, ricavandone anche sale.
E’ chiaro che in tutti questi casi in cui l’acqua non è di sorgente la bontà delle acque raccolte dall’acquedotto dipende strettamente dalla qualità dei terreni circostanti, dai liquami di fogna, dai rifiuti industriali (p.es, la persistente trielina con cui gli stabilimenti sgrassano i metalli), dagli antiparassitari immessi nel terreno o nei tombini delle fognature, e dall’efficacia degli impianti di depurazione.
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LA TERRA INQUINA. Ma anche la migliore acqua possibile, purissima in partenza, si inquina strada facendo se i tubi sono antichi o vecchi, e quindi rotti in più punti (è così che si perde in Italia circa il 30% di ottima acqua da bere) e perciò ricevono attraverso le fessure anche tracce di humus batterico del terreno, liquami di fogna, sostanze chimiche agricole e industriali.
Se i tubi fossero intatti, se cioè tutti i Governi non facessero mostra di fare le Grandi Opere elettorali ma le utili, quotidiane, opere sotterranee di manutenzione che nessuno vede, non ci sarebbe bisogno di purificare l’acqua col cloro, e quasi nessuno berrebbe l’acqua minerale in bottiglia.

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RISPOSTA ALLE INFEZIONI. Nei Paesi non sviluppati e anche in Europa fino agli anni 50, le infezioni intestinali dovute all’acqua erano numerose tra i bambini. Fu perciò vista, giustamente, come una misura civile e progressista la sanitarizzazione delle acque, imposta con leggi nazionali e poi resa più severa, forse troppo (l’Europa non è l’India) dall’Unione Europea. Così, però, se cessarono le infezioni – per una maggiore igiene generale, non certo solo grazie alle norme anti-batteri nelle acque – furono rovinate anche le acque migliori per cui l’Italia andava famosa. Tipico della società di massa: anziché risolvere i problemi, le cause, si accetta l’inquinamento esistente propinando "medicine" (il cloro), dando a tutti un prodotto poco naturale, anche se "non eccessivamente dannoso". Cioè l’uguaglianza ad un livello più basso. Non sarebbe stato più razionale rifare gli acquedotti più rovinati e fare manutenzione sugli altri, metro per metro? Avremmo speso molto meno, e oggi molti cittadini continuerebbero ad avere la vera acqua di sorgente in casa.
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LA CLORAZIONE. Invece, che accade? In quasi tutti gli acquedotti che portano acqua potabile alle città, l'acqua viene disinfettata con ipoclorito di potassio o di sodio che rilascia cloro nascente, gas dal caratteristico odore pungente altamente ossidante. L'ipoclorito di sodio è uno dei più efficaci, economici e pratici disinfettanti esistenti: distrugge batteri, spore, funghi e virus, senza essere tossico in modo persistente, una volta evaporato il cloro. La comune candeggina o varecchina, sbiancante, si ottiene con concentrazioni più alte di ipoclorito. La Amuchina® con cui gli esploratori tentano di potabilizzare le pozzanghere e gli stagni, o di lavare frutta e verdura nel Sud-est del Mondo per evitare gravi infezioni intestinali, altro non è che economicissima candeggina diluita.
Ebbene, si riteneva finora che l’ipoclorito, per la semplicità della sua formula chimica (NaCLO), non creasse nessun problema per la salute dell’uomo: infatti, evaporato lentamente il cloro, nel liquido restano in teoria solo acqua e tracce di sodio o di potassio. In realtà, si è visto che le acque clorate sono dannose sul piano epidemiologico. In esperimenti rimasti famosi si vide che dando ai polli acqua clorata al posto di quella non clorata, gli animali si ammalavano di arteriosclerosi in pochi mesi (Price JM, Coronary/Cholesterol/Chlorine. Pyramid, New York 1969).
.IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA: I TRIALOMETANI. E che cosa avviene in realtà negli acquedotti? Negli ultimi anni i ricercatori hanno scoperto che se il cloro non trova materia organica, evapora senza lasciare tracce, così però rivelandosi inutile. Se invece l’acqua è inquinata da sostanze organiche, a partire dai comuni cianobatteri, il cloro reagisce formando organoclorurati, tra cui i temibili trialometani, gruppo di composti tossici e cancerogeni per l'uomo, capaci secondo studi internazionali di aumentare il rischio di vari tipi di tumori, in particolare delle vie uro-genitali. Si tratta di sostanze persistenti (altro che "far decantare" l’acqua del rubinetto, o "far evaporare il cloro" in mezz’ora o tre ore!) del tipo del cloroformio. In molti acquedotti questi valori sono da decenni sopra i limiti di legge (Maugh TH, New study links chlorination and cancer, Science 1983, 211:694), e oltretutto producono nel nostro organismo radicali liberi che aumentano i rischi di arteriosclerosi e cancro. Lo si sapeva già nei lontani anni 70 (Page T. et al., Drinking water and cancer mortality ecc., Science 1976; 193:55-57). Oggi, basta cercare nei motori di ricerca biologici "chlorination", "water" e "risk" per avere migliaia di studi inquietanti sui rischi possibili o probabili di questo arretrato e dannoso agente di depurazione.La legislazione italiana ammette 30 mg/L di cloro, una percentuale troppo alta. Invece, le linee guida della direttiva dell’Unione Europea segnalano 1 mg/L e precisano che la concentrazione dovrebbe essere la più bassa possibile.
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RAGGI ULTRAVIOLETTI E ACQUA OSSIGENATA. Perciò, il cloro va al più presto eliminato dal sistema di depurazione: non c’è nessuna legge che lo renda tassativo. Può benissimo essere sostituito dai raggi ultravioletti e dall’ozono (dal caratteristico odore agliaceo, presente talvolta nell’aria prima dei temporali, e si decompone subito in ossigeno), meglio se usati insieme. Per imitare lungo le tubazioni la persistenza dell’ipoclorito – che ha il vantaggio di rilasciare cloro molto lentamente, fin dentro le abitazioni – alcuni esperti suggeriscono di aggiungere ai raggi ultravioletti l’acqua ossigenata. Tutti e tre sono sistemi che lasciano zero prodotti chimici, non cambiano il sapore dell’acqua e sono molto più innocui dell’ipoclorito, anche se più costosi. Se venissero usati, ben pochi nelle città in cui gli acquedotti portano ottima acqua di sorgente, ricorrerebbero all’acqua minerale.
Ma lo capiranno i legislatori e gli amministratori regionali che, invece, in contro-tendenza, facendo come sempre gli interessi delle aziende anziché quelli dei cittadini utenti, hanno chiesto all’Unione Europea di usare più cloro di quello consentito, visto che non riescono per loro incuria ad eliminare gli agenti inquinanti organici? Anziché rifare le condutture, si scarica su consumatori di acqua indiscriminatamente il rischio chimico ed epidemiologico.
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LA LEGGENDA DELL'OLIGOMINERALE. Che sia minerale in bottiglia o acqua potabile di rubinetto, ora anche imbottigliata (la si trova nei boccioni self-service da ufficio, sulle navi, più di rado nei supermercati), la prima leggenda sull’acqua da bere che va sfatata è la superiorità dell’acqua a basso contenuto di sali minerali, cioè la tanto pubblicizzata "oligominerale", su quella minerale propriamente detta, o sull’acqua di acquedotto ricca di sali.
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SALI SI' O SALI NO? Non è assolutamente vero che "oligo minerale" è meglio, anzi è vero il contrario. Sempre l’acqua dotata di molti sali è superiore a quella povera di sali, spesso così insapore e poco dissetante da non dare adeguata soddisfazione neanche in caso di grande sete, un po’ come la neve. E aumenta anche i rischi cardiocircolatori e delle più varie malattie, com’è provato da molti studi epidemiologici, a differenza di quella minerale, ricca di sali.
Davvero si fa torto all’intelligenza, che è anche buonsenso, quando si lodano i sali minerali (soprattutto calcio e magnesio) in verdure, frutta, latte, legumi, semi oleosi, e poi si invita in manifesti, articoli, opuscoli e interviste alla tv, ad evitare i medesimi sali nell’acqua da bere. Senonché, dei nutrienti, come di altri beni, si loda la ricchezza, non la povertà. Altrimenti, per coerenza, dovremmo stupidamente preferire l’insipida e sbiancata cicoria belga, con i suoi 18 mg di calcio, alle saporite foglie di rapa che di calcio hanno dieci volte di più (169 mg), il pane bianco raffinato al pane integrale, ed eliminare anche i migliori vegetali, rei di avere troppo… "residuo fisso": dente di leone, rucola, mandorle, foglie di rapa, cicoria di campo, nocciole, ceci, fagioli, agretti, crescione, radicchio verde, broccoletti di rapa ecc. C’è da chiedersi se i consigli della strana "acqua senza sali" siano solo irrazionali o anche in malafede?
.LA PUBBLICITA' E I CONSULENTI PAGATI. Quello delle acque minerali è un affare miliardario, che vede l’Italia primo produttore e consumatore al Mondo. La pubblicità delle acque, con una materia prima che costa pochissimo ai produttori, complici Stato, Regioni e Comuni, dispone perciò di molto denaro facile. Per dei milionari in euro è un giochino da bambini trovare "consulenti" e càmici più o meno bianchi disposti per alcune migliaia di euro a dichiarare su cartelloni, giornali e in tv quanto "fa bene" quell’acqua così povera e insipida da assomigliare talvolta all’imbevibile acqua distillata, trasformando quello che è un vero difetto di un’acqua minerale – la scarsità di sali minerali – nel pregio della "leggerezza". Vecchio trucco. Diceva così la bisnonna Carolina al promesso sposo trovatole dai genitori, per nascondere il fatto che non aveva curve: "Sono leggera!". Possibile che al supermercato (anche loro dovranno bere, no?) neanche i laureati in scienze, non diremo in chimica, ma almeno in nutrizione, si ricordino che i sali minerali totali – il cosiddetto "residuo fisso" che resta quando un litro di acqua viene fatto evaporare – sono la ricchezza e la protezione della nostra dieta, e anche il fattore principale della trasmissione degli impulsi elettrici nell’organismo? Ebbene, anche loro acquistano per lo più, senza protestare con la Direzione, le pubblicizzatissime, sovrabbondanti e ubiquitarie acque oligominerali, visto che le acque "minerali" sono più care e molto più rare. Ad occhio, sugli scaffali, il rapporto è 10 a 1.
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IL RESIDUO FISSO NON DEVE ESSERE BASSO. Per le acque potabili, il DL 2-2-2001 n.31 fissa per il residuo fisso un valore massimo consigliato di 1500 mg/L. Non solo non bisogna demonizzare un alto residuo fisso, ma nutrizionisti e clinici consigliano di mantenersi alti in classifica. La lode dei pubblicitari al "basso residuo fisso" è, perciò, la più madornale e diffusa delle sciocchezze metropolitane, giustificata solo dal fatto che sono costretti a vendere un'acqua povera di nutrienti. Una leggenda che avrebbe fatto sorridere gli esperti, se non si fosse immediatamente diffusa per ogni dove, come solo le stupidaggini si diffondono, subito bevuta da casalinghe tv-dipendenti, mammine insicure, ragazze mark-victim, maniaci di depliant e consumisti nevrotici, a cui si accoda qualche medico generico o pediatra neo-laureato, che evidentemente non solo di nutrizione non ha mai aperto un libro, ma deve avere anche idee confuse sull’assimilabilità del calcio, sul reintegro dei sali persi con la sudorazione e sulle calcolosi renali. E a questo punto, sì, la stupidaggine è ormai diventata epocale, gravissima. E quindi bisogna correre ai ripari, e ristabilire la verità. Anche perché in Italia ormai il 98% delle famiglie consuma acqua minerale, e ogni persona, calcolando anche i neonati, beve la bellezza di 200 litri di acqua minerale all’anno (ad un prezzo medio di 40 cent a bottiglia, una famiglia italiana di 4 persone spende in media in un anno ben 320 euro (Beverage Marketing). E dunque, tra consumatori ignoranti di cose scientifiche e proni davanti alla pubblicità, l’errore iniziale di pochi fanatici o malati immaginari di reni si è ingigantito al pantografo, come errore di massa, come stupida moda.
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Acque minimamente mineralizzate: Sant’Anna, Bernina, Calizzano, Lurisia, Norda Daggio, Plose, Surgiva, Vigezzo ecc.
Acque oligominerali o leggermente mineralizzate: Crodo Lisiel, Fabia, Fiuggi, Guizza, Levissima, Lora Recoaro, Mangiatorella, Panna, Pejo, Rocchetta, Sant'Antonio, San Benedetto, San Bernardo, Vera ecc.
Acque mediominerali: Nepi, Boario, Bracca, Claudia, Ferrarelle, Gaudianello, Lete, Sangemini, San Pellegrino, Uliveto ecc.
Acque ricche di sali minerali: Regina Telese, Tettuccio, Toka ecc.
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EFFETTO NEVE. Il primo rischio delle acque oligominerali, infatti, è proprio dovuto alla grave carenza di minerali. Sotto sforzo prolungato (sport, lunghe camminate, palestra) oppure semplicemente al gran caldo umido delle città o sulle spiagge senza brezza, e nella purtroppo diffusa carenza di verdura, frutta e cereali integrali nella dieta, potrebbero portare a qualcosa di simile al temuto "effetto neve": si suda molto e ci si illude di reintegrare con l’acqua (oligominerale), la quale fa sudare ancora di più, facendo perdere ancora più sali dell’organismo senza apportarne abbastanza di propri. E così via di debolezza in debolezza in un circolo vizioso sempre più grave: affaticamento, crampi, e nei casi più gravi svenimento, nausea, tremori muscolari, fino al caso estremo del collasso cardiocircolatorio. Casi limite, d’accordo, ma che danno indicazioni anche nella normalità della vita d’ogni giorno, specialmente al gran caldo.
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IL SUDORE E LA REINTEGRAZIONE DI ACQUA E SALI. D’altra parte, tutti sanno ormai che bisogna bere molto, circa 2 litri di acqua al giorno, ma – attenzione – compresa quella presente negli alimenti (abbondante) e quella poca prodotta nell’organismo per sintesi metabolica. Tanto è vero che coloro che mangiano molti vegetali crudi e pietanze liquide o ben idratate, sentono poco il bisogno di bere acqua, e solo nei climi più caldi.
E’ bene ricordare, poi, che anche solo in una moderata attività fisica la sudorazione varia, nella maggior parte dei casi, da 1 a 2 litri all’ora. In casi particolari si può però arrivare a 4-6 litri/ora. La sudorazione provoca perdita di sali minerali (soprattutto sodio, cloro e potassio, solo in minor misura calcio e magnesio). E, contrariamente alla pubblicità, le cosiddette "bevande isotoniche" o integrative sono del tutto inutili (Inran). Perfino in caso di normale attività fisica, una dieta equilibrata e sana, ricca di frutta, di verdura e di acqua, è più che sufficiente a reintegrare i sali persi.
.ANCHE GLI ACQUEDOTTI CONTRO LA "DUREZZA". Ora, poi, per imitazione, anche i responsabili dei migliori acquedotti cadono nel vizio consumistico di propagandare la loro acqua come "del tutto analoga alla minerale", se non migliore, vantandone la "leggerezza", cioè la scarsità di sali, dal sodio al calcio. Ecco un effetto perverso della concorrenza con la più trendy minerale. E infatti, fateci caso, tutte le specificazioni sui sali dell’acqua appaiono semanticamente "negative" fin nella scelta linguistica: "residuo" fisso, cioè qualcosa di non essenziale, che può, anzi deve essere eliminato come un qualsiasi rifiuto, e poi il grado di "durezza" (dovuto alla presenza di calcio e magnesio) che ci ricorda – ne sanno qualcosa gli idraulici di Roma, che di questa "durezza" vivono – le incrostazioni dure come la pietra (carbonati di calcio e magnesio) che intasano tubi e serpentine di caldaie a gas e scaldabagni. E ci vuol poco alla casalinga immaginare che altrettali "incrostazioni" si possano verificare, ahimé, nel nostro corpo! Il che non è vero, anzi, semmai – come vedremo – avviene il contrario.
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CALCIO SULL'ETICHETTA: DA 300 IN SU. Attenzione quindi all'etichetta, ma per opposti motivi: un buon quantitativo di calcio è 300 mg/litro o più. L’ideale sarebbe da 300 a 1500mg/L. Il fabbisogno quotidiano è circa 800mg, ma l’acqua non può certo sostituirsi all’intera dieta, semmai tappare qualche carenza o situazione sul limite.
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SI SAPEVA GIA' TUTTO IERI, MA TUTTI TACEVANO. E non è una scoperta di oggi che l’acqua migliore è quella ricca di sali, insomma "dura", quindi con un alto "residuo fisso" (scientificamente si parla di TDS, il solido dissolto totale). In una ricerca in 92 città, dove si beveva acqua con più alto TDS si riscontravano meno morti per infarto, cancro e malattie croniche degenerative (Sauer HA, Relationship of water to risk of dying. In: Manner DX, Water quality research Council, 1974, pp.76-79). Una revisione dello studio confermò il collegamento (Comstock GW, Water hardness and cardiovascular diseases. Am J Epidemiol 1979;110:375-400). Il British Regional Hearth Study (UK) su 253 città scoprì nel 1969-73 che c’era il 15% in più di decessi per cardiopatie dove l’acqua aveva minore durezza. Si suggerì come grado di durezza ideale (calcio più magnesio) 170mg/L (Shaper AG et al, Cardiovascular risk factors etc. BMJ 1981;283:179-186). Negli Stati Uniti su 4200 adulti di 35 diverse aree si riscontrò minore mortalità con maggiore durezza dell’acqua (Greathouse DG, Osborne RH, Preliminary Report on Nationwide Study of drinking water and cardiovascular diseases, J Environ Pathol Toxicol 1980;3:65-76). Una controprova schiacciante si ebbe in UK nelle città di Scunthrop e Grimsby. In entrambe c’era lo stesso tasso di mortalità per patologie cardiache. Ma quando l’acquedotto di Scunthrop abbassò il livello di direzza dell’acqua, nel giro di qualche anno aumentò drasticamente il numero di decessi. Mentre a Grimsby la percentuale rimaneva costante (Shaper AG et al, cit). lo stesso accadeva nelle città italiane di Crevalcore e Montegiorgio (Lee G.) e in Abruzzo (Leoni V et al, Water hardness and cardiovascular mortality rate in Abruzzo, Italy. Arch Environ Health 1985; 40:274-278). L’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti, dopo numerosi studi, concluse che una durezza ottimale delle acque da bere può ridurre il tasso di mortalità per malattie cardiache di almeno il 15% (Nat Res. Council, Drinking water and Health. Vol.I:477. Washington DC, 1977).
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STUDI RECENTI: CALCIO E MAGNESIO PROTETTIVI. Naturalmente ci sono centinaia di studi recentissimi che confermano con molti dettagli più attuali questi collegamenti. Ma a noi qui interessava dimostrare che l’ignoranza di certi "esperti" da tv o da pubblicità, oltreché del pubblico, è di lunga data. Quindi molto più grave. Pubblichiamo, però, anche due studi recenti. Il primo mostra come l’acqua ricca di calcio e magnesio sia un’ottima soluzione pratica in diete spesso carenti di minerali, come quelle degli anziani (e, aggiungiamo, anche dei vegans e vegetariani trasandati):
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Nello studio che segue, un’altra
conferma recente sul calcio dell’acqua fortemente protettivo verso la mortalità cardiovascolare. Il magnesio probabilmente è collegato con una curva a U agli incidenti al cervello:
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CARDIOVASCULAR MORTALITY AND CALCIUM AND MAGNESIUM IN DRINKING WATER: AN ECOLOGICAL STUDY IN ELDERLY PEOPLE
Journal European Journal of Epidemiology 18, 4, April 2003, 305-309
Sébastien Marque1, Hélène Jacqmin-Gadda1, Jean-Francois Dartigues and Daniel Commenges
INSERM U330, Universite de Bordeaux II, 146 rue léeo Saignat, 33076 Bordeaux, France
Background: Previous studies found relations between cardiovascular mortality and minerals in drinking water, but the major works considered water hardness or neglected the differences between adults and elderly. Drinking water is an important source of calcium in the elderly particularly because of increased needs and decreased consumption of dairy products.
Methods: We collected informations about all deaths (14,311) occurring in 69 parishes of the South–West of France during 7 years (1990–1996). We obtained the causes of deaths from a special service of INSERM for each death, with age at death and sex. The exposure value was supplied by administrative source (DDASS) and by measurement surveys. We use an extra-Poisson variation model to take into account the heterogeneity of the population of these parishes.
Results: A significant relationship was observed between calcium and cardiovascular mortality with a RR: 0.90 for non-cerebrovascular causes and RR: 0.86 for cerebrovascular (when calcium is higher than the second tercile: 94 mg/l). We found a protective effect of magnesium concentrations between 4 and 11 mg/l with a RR: 0.92 for non-cerebrovascular and RR: 0.77 for cerebrovascular mortality, as compared to concentrations lower than 4 mg/l.
Conclusions: These findings strongly suggest a potential protective dose-effect relation between calcium in drinking water and cardiovascular causes. For magnesium, a U-shape effect is possible, especially for cerebrovascular mortality.
.Ed ora uno studio canadese del 2007 sulle acque di acquedotto e in bottiglia in America e in Europa. Mostra che con 1-2 litri al giorno, specie se le acque sono europee, si ottiene un’alta percentuale di calcio e magnesio alimentare rispetto ai livelli raccomandati.COMPARISON OF THE MINERAL CONTENT OF TAP WATER AND BOTTLED WATERS
Arik Azoulay, Philippe Garzon and Mark J. Eisenberg.
Journal Journal of General Internal Medicine 16, 3, March, 2001, 168-175
Objectives: Because of growing concern that constituents of drinking water may have adverse health effects, consumption of tap water in North America has decreased and consumption of bottled water has increased. Our objectives were to 1) determine whether North American tap water contains clinically important levels of calcium (Ca2+), magnesium (Mg2+), and sodium (Na+) and 2) determine whether differences in mineral content of tap water and commercially available bottled waters are clinically important.
Design: We obtained mineral analysis reports from municipal water authorities of 21 major North American cities. Mineral content of tap water was compared with published data regarding commercially available bottled waters and with dietary reference intakes (dris).
Measurements And Main Results: Mineral levels varied among tap water sources in North America and among bottled waters. European bottled waters generally contained higher mineral levels than North American tap water sources and North American bottled waters. For half of the tap water sources we examined, adults may fulfill between 8% and 16% of their Ca2+ DRI and between 6% and 31% of their Mg2+ DRI by drinking 2 liters per day. One liter of most moderate mineralization European bottled waters contained between 20% and 58% of the Ca2+ DRI and between 16% and 41% of the Mg2+ DRI in adults. High mineralization bottled waters often contained up to half of the maximum recommended daily intake of Na+.
Conclusion: Drinking water sources available to North Americans may contain high levels of Ca2+, Mg2+, and Na+ and may provide clinically important portions of the recommended dietary intake of these minerals. Physicians should encourage patients to check the mineral content of their drinking water, whether tap or bottled, and choose water most appropriate for their needs.
.L’acqua ricca di calcio serve, eccome, al mantenimento della massa ossea nelle donne dopo la menopausa. Lo studio è italiano:.IMPORTANCE OF BIOAVAILABLE CALCIUM DRINKING WATER FOR THE MAINTENANCE OF BONE MASS IN POST-MENOPAUSAL WOMEN.
Costi, D et al, J. Endocrinol Invest. 1999 Dec; 22(11): 852-6
The aim of this research was to establish the importance of calcium intake through mineral water on vertebral bone density in women. To this purpose, we examined 255 women divided into two groups: those regularly drinking a high calcium content mineral water (group A; no.=175) and those using different type of water with a lower calcium content (group B; no.=80). Their dietary daily calcium intake was determined by means of a validated questionnaire (N.I.H. Consensus statement) and vertebral bone density was measured by Dual-Energy X-ray absorptiometry (Unigamma-plus ACN densitometer). Women in group A ingested a significantly higher quantity of calcium in water than women in group B (mean difference 258 mg; 95% confidence limits: 147-370 mg). The average bone density values were slightly but significantly higher in group A as compared to group B (mean+/-SD: 1.044+0,15 vs 1.002+0,14; p=0.03). In addition to age, BMI and menopausal status, calcium intake was a significant predictor of spinal BMD. These 4 variables explained about 35% of the spinal BMD variance. When the analysis was repeated separately for pre- and post-menopausal subjects, calcium remained a significant predictor in post-menopausal women (t=2.28; p=0.02), but not in premenopausal women.
These results underline the importance of a lifelong daily calcium intake, resulting by the regular drinking of high bioavailable calcium water, in order to maintain bone mass after the menopause, in comparison to the use of a lower content calcium water.
.In Francia e in altre zone dove l’acqua potabile è povera di calcio, uno studio prova che un’acqua decisamente calcica può dare un buon contributo nutrizionale. Suggerimento adatto anche a chi non consuma latte e formaggi, o perché è a dieta o perché vegan. .
CONTRIBUTION OF MINERAL WATERS TO DIETARY CALCIUM AND MAGNESIUM INTAKE IN A FRENCH ADULT POPULATION
P. Galan et al., J Am Diet Assoc, 102, 11, pp 1658-1662 (November 2002)
Objective To assess the contribution of mineral water containing different amounts of calcium and magnesium to the total dietary intakes of these minerals
Design Matched case control study using data issued from the Supplémentation en Vitamines et Minéraux Antioxydants (SU.VI.MAX) cohort.
Subjects Subjects were water consumers—240 men and 424 women—divided into the following 4 groups (n=166 per group): regular drinkers of a calcium-rich and magnesium-rich mineral water (calcium, 486mg/L; magnesium, 84mg/ L), drinkers of a water classified as a moderately mineralized content (calcium, 202mg/L; magnesium, 36mg/L), drinkers of 2 low-mineralized waters (calcium, 9.9 to 67.6mg/L and magnesium, 1.6 to 2mg/L, respectively), and drinkers of tap waters.
Statistical analyses Quantitative data were compared using student's t test. Mean comparisons were performed in multivariate analysis by analysis of variance.
Results. Dietary calcium intake provided by the various food groups did not differ between the 4 consumer groups, except for calcium provided by mineral water. According to its calcium concentration, mineral water may contribute to one fourth of the total daily calcium intake. Subjects who regularly drink mineral-rich water have a calcium intake that is significantly higher than those drinking either low-mineral-content water or tap water. Dietary magnesium intake provided by the various food groups did not differ between the 4 consumer groups, except for magnesium provided by mineral water. Depending on the magnesium concentration of the mineral water, it contributed 6% to 17% of total daily magnesium intake. Drinkers of magnesium-rich mineral water and water with a moderate mineral content had magnesium intakes significantly higher than those of drinkers on low-mineralized or tap water.
Applications Mineral-rich water may provide an important supplementary contribution to total calcium and magnesium intake. For dietetics professionals, it may provide - in place of the usual recommendations concerning the consumption of dairy products - a good way to improve calcium and magnesium intakes, particularly in subjects who don’t like dairy products.

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Il calcio dell’acqua si assorbe quasi come quello del latte, come mostra questo studio italiano:..CALCIUM BIOAVAILABILITY FROM A CALCIUM-RICH MINERAL WATER, WITH SOME OBSERVATIONS ON METHOD
Bacciottini L. et al, J Clin Gastroenterol. 2004; 38(9):761-6
Goals: The study was designed to determine whether high-calcium mineral water is an efficient additional source of dietary calcium, optimizing a method for calcium determination never used for mineral waters.
Background: It is generally agreed that an adequate calcium intake is necessary for the acquisition of an ideal peak bone mass and for the maintenance of the bone mineral density in adults, in postmenopausal women, and in the elderly. Mineral waters are calorie free, and some, with high calcium levels, might be significant sources of calcium.
Study: The availability of the calcium contained in a high-calcium mineral water was measured in 27 healthy subjects. In 8 subjects the calcium availability of the water was compared with the calcium availability ingested with milk at the same calcium load. Milk and water were labeled extrinsically with 30 mg Ca. Fractional absorption from the oral dose was determined from plasma samples using ICP-MS technique.
Results: At an ingested calcium load of 3.18 mmol, percentage of absorption for water averaged 22.53 +/- 2.53 (mean +/- SD) for men, 22.57 +/- 2.10 (mean +/- SD) for premenopausal women and 21.62 +/- 3.12 (mean +/- SD) for postmenopausal women. Percentage absorption from milk was 23.15 +/- 4.06 (mean +/- SD).
Discussion: The calcium from the mineral water is thus highly bioavailable, at least as bioavailable as milk calcium, and ICP-MS appears to represent a reliable and reproducible method for calcium absorption from alimentary sources.
.Il calcio di una certa acqua minerale italiana (ma lo stesso, ovviamente, accade per altre acque ugualmente ricche di calcio), si assorbe più di quello del latte, come dimostra questo studio americano:.
ABSORBABILITY OF THE CALCIUM IN A HIGH-CALCIUM MINERAL WATER R.

P. Heaney and M. S. Dowell, Journal Osteoporosis International 4, 6, November 1994
The availability of the calcium contained in a high-calcium mineral water popular in Italy, was compared in 18 healthy women with the availability of milk calcium ingested at the same calcium load, using 45Ca as the tracer in a randomized cross-over design. At an ingested calcium load of 2.5 mmol, absorption fraction averaged 0.433 for milk and 0.475 for Sangemini water. The mean quotient of the two (water/milk) was 1.129 (±0.056). The calcium of mineral water is thus highly bioavailable, and at least as bioavailable as milk calcium.
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Molto efficaci nei problemi di digestione e nelle dispepsie sono le acque bicarbonato-calciche, a cui uno
studio dell’Università di Firenze e anche altri studi attribuiscono la capacità, se assunte in discrete quantità, di accelerare il transito lungo tutto il canale digestivo. Inoltre la ricchezza in queste acque minerali, di ioni calcio sembra avere sia un effetto diretto sulla muscolatura liscia, sia sul sistema neuroendocrino intestinale, tramite l'attivazione di chemorecettori tali da favorire l'aumento della contrazioni della muscolatura gastrointestinale. Numerosi gli studi che confermano questa ipotesi, tra cui:
Bertoni M. et al Effects of a bicarbonate-alkaline mineral water on gastric functions and functional dyspepsia: a preclinical and clinical study. Pharmacol Res. 2002; 46:525-531. Bortolotti M. et al. Modifications induced by mineral water on gastrointestinal motility of patients with idiopathic dyspepsia. Minerva Medica 1999;90:187-194.
Anti M. et al. Water supplementation enhances the effect of high-fiber diet on stool frequency and laxative consumption in adult patients with functional constipation. Hepatogastroenterology 1998;45:727-732
Cuomo R. et al. Effects of carbonated water on functional dispepsia and constipation. Eur J Gastroenterol Hepatol 2002;14:991-999.
Dessiner JM. Et al. Psychophysical and neurobiological evidence that the oral sensation elicited by carbonated water is of chemogenic origin. Chemical Senses 2000;25:227-284.

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NO ALL'ACQUA DI RUBINETTO "ADDOLCITA". Se quello finora dimostrato è vero, ne consegue che anche le acque "addolcite" con sistemi filtranti speciali anti-calcio (spesso a base di cloruro di sodio) risultano dannose. Sia per l’aggiunta di sodio – anche se è dimostrato che più che il sodio è proprio il cloruro di sodio la sostanza più pericolosa per il rischio ipertensione – sia per la carenza di calcio e magnesio. Tanto che le autorità sanitarie consigliano ai tecnici di regolare gli apparecchi addolcitori in modo da non avere mai meno di 60 mg/L di calcio.
Anche se è vero che il poco sodio, anche cloruro, presente nelle acque da bere incide pochissimo nella dieta totale, essendo di risibile percentuale (v. nostra tabella) rispetto al sodio consumato normalmente in una dieta tipo. Tanto più, poi, se il soggetto è incline a consumare patatine, snacks e salumi. Perciò una dieta iposodica non comincerà certo dall’acqua da bere, ma dall’eliminazione delle enormi fonti di sale a tavola e fuori.
.CALCIO MINERALE COME QUELLO "BIOLOGIZZATO". La condanna delle oligominerali e anche delle acque di rubinetto troppo scarse di sali è completata, infine, dalla scoperta che è scientificamente falsa la diceria, sopravvissuta più a lungo in ambiente naturista, che "una cosa è il calcio di latte e verdure, biologizzato attraverso gli organismi vegetali e animali, e altra cosa quello minerale dell’acqua, inutile perché inassorbibile". Si è dimostrato poco o nulla vero. Probabilmente le vecchie ricerche non erano condotte in modo razionale, fatto sta che i nuovi studi dimostrano tutti, al contrario, che i sali minerali delle acque, primo tra tutti il calcio, si assorbono benissimo nel corpo umano, tanto che vanno a rinforzare il turnover delle ossa.
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NIENTE CALCOLI. ANZI, IL CALCIO E' PROTETTIVO. E non solo calcio e magnesio delle acque sono ben assorbiti (quasi come il latte in alcuni studi, come e più del latte in altri, v. i tre abstract), ma è smentita l’ingenua credenza popolare e medica che troppi minerali dell’acqua favorirebbero i calcoli renali. Anzi, è dimostrato esattamente il contrario: favoriscono l’eliminazione dei sali minerali non essenziali (sodio e cloruri, p.es), come J.Sorenson provò tra i primi nel 1983. "Si crede che le acque con alto residuo fisso secco siano "dannose" perché favoriscono la formazione di calcoli renali e vescicali! La calcolosi renale e vescicale si forma, invece, quando l’urina ha un valore di densità superiore a 1025 e un pH acido (valore inferiore o uguale a 5). A chi ha un pH acido urina consiglio di eseguire calciuria (ricerca di calcio eliminato), che è una causa di osteopenia e osteoporosi! A chi soffre di queste patologie ossee, consiglio di assumere acqua con alto residuo fisso secco, contenente buone dosi di calcio e magnesio. Questi minerali sono prontamente assorbiti a livello intestinale contribuendo a migliorare il metabolismo del calcio nelle ossa" (P.L.Rossi, nutrizionista clinico).
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METALLI PESANTI? MA CE NE SONO PIU' NEL TONNO. Certo, nel totale dei sali sciolti nelle acque da bere (TDS o residuo fisso che dir si voglia), accanto a calcio, magnesio e potassio sono presenti anche le tracce di metalli pesanti o inquinanti, come il cromo o l’arsenico, quasi sempre dovuti a scarichi industriali abusivi. Ma la legge è severa su questo punto, e sia le acque potabili, sia le minerali in bottiglia, per essere commercializzate o distribuite ai consumatori non possono superare i limiti di legge (che, anzi, andrebbero ristretti ancora). La maggior parte delle acque è esente da metalli pesanti o tossici. Lo stesso non si può dire per certi alimenti, come i pesci. Quindi, in pratica, nelle acque da bere legali il residuo fisso o TDS denota soprattutto i sali minerali nutrienti e salutari. E’, insomma, un fattore positivo. Tutto il contrario di quello che dice la pubblicità e credono i consumatori creduloni.
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LISCIA O GASSATA? LA SECONDA. Infine il luogo comune che l’acqua davvero "naturale" sarebbe quella senza anidride carbonica, cioè non gassata, che poi è l’acqua che piace di più agli Italiani, in questo primi nel Mondo. L’acqua sorgiva minerale, specialmente se proviene da rocce vulcaniche, in origine esce in molti casi dotata di CO2 e di ossigeno disciolto. La raccolta nelle vasche di sedimentazione e l’imbottigliamento riducono e spesso annullano questa presenza gassosa. Non è, dunque, un artificio eccessivo il ristabilimento o l’aggiunta ex novo di CO2. Un artificio senza dubbio di gran lunga minore di quello di tenere l’acqua, che è cosa mobile e ossigenata, chiusa in una bottiglia, ferma per giorni o mesi o anni, peggio se sotto il sole o alla viva luce, tanto peggio se in bottiglie non di vetro ma di plastica.
L’acqua effervescente, grazie al gas CO2, non è affatto dannosa alla salute. Anzi, è provato che la leggera acidità (il pH si abbassa un poco) dovuta all’acido carbonico che si forma per la soluzione dell’anidride in acqua, favorisce la digestione, migliora il gusto, aiuta a dissetarsi. Si discute se l’acido carbonico riduca l’assorbimento dello ione calcio nelle ossa o no. Comunque, un’acqua in bottiglia acidulata con CO2 si conserva molto meglio di un’acqua "liscia", in quanto alcuni studi dimostrano una netta azione protettiva antibatterica. Le bottiglie di acqua, infatti, sono sempre immagazzinate e trasportate senza alcun riparo da luce e calore, e perciò è importante qualsiasi elemento che ne preservi la purezza batteriologica, o almeno riduca la percentuale di batteri. Lo prova uno studio illuminante sulla superiorità igienica dell'acqua gasata:
.DIVERSITY OF BACTERIA GROWING IN NATURAL MINERAL WATER AFTER BOTTLING
Alexander Loy, Wolfgang Beisker, and Harald Meier. Applied and Environmental Microbiology, July 2005, p. 3624-3632, Vol. 71, No. 7
Bacterial growth occurs in noncarbonated natural mineral waters a few days after filling and storage at room temperature, a phenomenon known for more than 40 years. […] In contrast to the current perception that Gammaproteobacteria are the most important bacterial components of natural mineral water in bottles, Betaproteobacteria dominated the growing bacterial community and accounted for 80 to 98% of all bacteria detected in the late-exponential and stationary-growth phases. Using previously published and newly designed genus-specific probes, members of the betaproteobacterial genera Hydrogenophaga, Aquabacterium, and Polaromonas were found to constitute a significant proportion of the bacterial flora (21 to 86% of all bacteria).



[via | http://alimentazione-naturale.blogspot.com/]

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