E' la più avanzata e sofisticata, frutto di una ricerca italiana d'avanguardia
Guidata dagli impulsi nervosi del cervello tradotti in azioni per mezzo di un'interfaccia
Snodata, flessibile e legge il pensiero
Ecco la mano-robot per la riabilitazione
Si lavora per rendere il progetto sempre più leggero
ed invisibile. Tra cinque anni, sarà tutta wireless
Uno studio all'avanguardia che conferma il ruolo leader dell'Italia in questo settore a livello internazionale, ha detto il Nobel Rita Levi Montalcini, aprendo il convegno dedicato al progetto e organizzato dalla Fondazione Santa Lucia.
"La mano è nata per essere utilizzata come protesi", ha detto il responsabile del progetto, Fabio Babiloni, dell'università La Sapienza. Ora si sta lavorando per rendere il dispositivo sempre più leggero e "invisibile": nell'arco di cinque anni i ricercatori contano di eliminare ogni filo e stabilire collegamenti wireless fra cervello e macchina.
Fra dieci anni la cuffia che rileva i segnali elettrici del cervello potrà essere sostituita da minuscoli elettrodi nascosti fra i capelli. La mano robotica è stata pensata come dispositivo per la riabilitazione, ma il campo delle applicazioni è destinato a diventare sempre più vasto. Si pensa a utilizzare questa tecnologia nelle missioni spaziali, dove astronauti costretti a lavorare in piccoli ambienti possano controllare "col pensiero" dispositivi e apparecchiature.
In un futuro più lontano le stesse tecnologie potrebbero entrare in ogni casa, per controllare "col pensiero" elettrodomestici, luci e gas.
[via repubblica.it]
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