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sabato 22 maggio 2010

Opportunity, sonda da record ci svela i misteri di Marte


Nel silenzio dei deserti marziani, senza che nessuno potesse battergli le mani, il rover della Nasa Opportunity ha battuto un record storico. Ha superato il record di rilevamento dati su Marte, che era detenuto dalla sonda Viking 1, che analizzò il suolo e l'atmosfera marziana per 6 anni e 116 giorni. Opportunity, adesso, supera ogni giorno il proprio record personale. Avrebbe dovuto lavorare per 90 giorni ed invece ha superato abbondantemente i 2300 giorni di esplorazione. Ma il rover è ben lontano dal fermarsi. In queste settimane, là dove si trova, sta tornando la primavera e le giornate sempre più lunghe gli permetteranno di ricaricare al massimo le sue batterie e percorrere altri chilometri negli infiniti spazi del rosso deserto che sta esplorando.

Il rover gemello di Opportunity, chiamato Spirit, iniziò a lavorare sulla superficie del pianeta tre settimane prima (il 3 gennaio 2004). Tuttavia il 22 marzo si sono interrotte le comunicazioni tra il rover e la Terra a causa dell'inverno. Il Sole, infatti, è molto basso all'orizzonte e non permette ai pannelli solari di ricaricare al meglio le batterie. Al momento non è certo che una volta passata la fredda stagione il rover possa riprendersi. Esso, tra l'altro, si trova insabbiato con due ruote fuori uso e anche se dovesse riprendere a funzionare non potrà più muoversi dal punto in cui si trova. In ogni caso il solstizio d'inverno, per Marte, si è avuto il 12 maggio scorso e dunque ora le giornate vanno via via, seppur lentamente, allungandosi. I ricercatori della Nasa controllano giorno dopo giorno se da lassù giunge il segnale del risveglio del rover.

Opportunity, dopo aver esplorato vari crateri si sta dirigendo verso il grande cratere Endeavour. Negli ultimi giorni le macchine fotografiche di Opportunity hanno ripreso da lontano il bordo rialzato del cratere verso il quale si sta dirigendo e che dista ancora 12 km. Il paesaggio attorno al rover è un'immensa distesa di sabbia ondulata. "Le increspature assomigliano a onde di un oceano e all'orizzonte si vedono le colline verso cui si sta dirigendo il rover, la nostra meta", ha detto Steve Squyres della Cornell University di Ithaca e principale responsabile delle ricerche scientifiche dei due rover.

Le scoperte realizzate da Opportunity e Spirit sono innumerevoli e di grande importanza per lo studio del pianeta rosso. Ad esempio, hanno messo in luce la presenza di sali che indicano che un tempo in quei luoghi vi era un mare. E di quel mare sono state individuate anche le spiagge. Entrambi i rover poi, hanno fotografato i "mirtilli", piccolissime sfere di ematite (un composto di ferro e ossigeno), che secondo alcuni ricercatori, potrebbero essere addirittura depositi legati ad attività organica di un lontano passato. Hanno poi avvicinato alcune grosse meteoriti cadute di recente su Marte, studiato gli strati geologici di alcuni crateri e più e più volte analizzato il suolo marziano.

Una duplice missione dunque che non poteva dare maggiori risultati e che apre la strada al prossimo rover della Nasa, del quale, proprio in questi giorni, è stata definita la data di partenza: tra il 25 di novembre e il 18 dicembre 2011.


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