COM’È Abbiamo creato la moto che non c’era. Quante volte nel corso degli anni mi sono sentito dire queste parole dagli uomini di marketing? Infinite, ho perso il conto. Questa volta però è differente, la proposta che Aprilia si appresta a mettere sul mercato (da ottobre, prezzo 9.300 €) è davvero qualcosa che non c’era una rivoluzione che sfata un tabù quello della moto automatica, anche se questa definizione agli uomini Aprilia non piace affatto, anzi la evitano accuratamente.
NON SOLO AUTOMATICA In effetti, non possiamo dargli torto, dopo averla provata la Mana ha rivelato doti perfino sorprendenti, superiori alle aspettative di quasi tutti i tester che si sono presentati numerosi e incuriositi al lancio.
MADE IN ITALY E c’è da essere orgogliosi del fatto che questa moto arrivi da una Casa Italiana, perché un mezzo del genere te lo aspetti da Honda o Yamaha solo che ancora una volta (come nel caso dell’MP3 ad esempio) noi italiani ci siamo arrivati prima e ci siamo arrivati bene, visto come va la Mana.
EQUAZIONE Meno marce= + divertimento. L’equazione, apparentemente banale, non è assolutamente di facile applicazione, soprattutto se si parla di moto. Ecco perché va dato atto ad Aprilia di affrontare l’argomento in modo molto coraggioso. Il nome Mana non è nuovo; anche per lei, come per la Shiver, Aprilia ha rispolverato un nome già utilizzato in passato, ma quella motardona su base Caponord (che oggi potrebbe essere di gran moda) è lontana anni luce da quello che promette questa naked. E la promessa è quella del divertimento assoluto raggiunto con il minor impegno possibile, una guida molto efficace ma assolutamente senza stress.
CORAGGIOSA Aprilia, dunque, ci prova e propone la prima vera moto automatica sul mercato, sfidando i motociclisti più conservatori ma aprendo un nuovo modo di intendere le due ruote. È la prima ad avere il coraggio di sdoganare l’automatico, ma state certi che non sarà l’unica.
DUE CILINDRI A TUTTA COPPIA Il motore lo abbiamo visto da poco piazzato su un altro mezzo interessante del Gruppo Piaggio: il GP 800. Pensare però che si tratti di un semplice trapianto è un grave errore. Se si escludono la parte termica e le fusioni dei carter, tutto il resto del bicilindrico da 839 cc è , infatti, inedito ed espressamente dedicato alla Mana. Il V2 di 90° ha la distribuzione monoalbero con quattro valvole per cilindro ed è alimentato ad iniezione elettronica (Euro 3) con un unico corpo farfallato da 38 mm. È capace di 76 cv a 7.250 giri con una coppia di 76,5 Nm a 5.750 giri con una erogazione praticamente piatta che la rende disponibile da subito.
PER TUTTI I GUSTI Ma è ovviamente il cambio il vero punto di forza. Nel carter motore di Mana è racchiusa tanta tecnologia e una sofisticata elettronica di gestione che permettono realmente al pilota di cucirsi addosso la moto. Infinite le possibili soluzioni a disposizione dei progettisti, che dopo 30 mesi di sviluppo e di test su strada hanno optato per due differenti tipi di funzionamento selezionabili dal pilota con un pulsante piazzato sul semimanubrio destro. Tutto è portata di dito, basta un click per passare ad una delle tre mappature previste per il funzionamento "Autodrive": (Touring, Sport, Rain) oppure selezionare la modalità sequenziale avendo a disposizione ben sette marce, innestabili dal manubrio o tramite il tradizionale pedale che tanto piace ai motociclisti "veri".
CICLISTICA EVOLUTA Il condimento di questo motore rivoluzionario è una ciclistica di alto livello che verte su un telaio a traliccio, un avantreno quasi racing (forcella rovesciata da 43 non regolabile, dischi da 320 e pinze radiali), e un retrotreno non meno professionale sottolineato dal forcellone di alluminio e dall’ammortizzatore (regolabili precarico e ritorno) piazzato lateralmente per limitare gli ingombri longitudinali della moto che, infatti, è piuttosto compatta (1463 mm di interasse).
BENZINA DIETRO, DAVANTI SPAZIO Insomma la Mana fa di tutto per apparire dinamica e sportiva, ma ha anche (cosa assolutamente non secondaria) un occhio di riguardo per la praticità. Il serbatoio da 16,5 litri, infatti, è relegato sotto la sella (ahimè accessibile solo sollevando il sellino del passeggero, non molto pratico) e il suo posto è occupato da un vano (apribile elettricamente dal manubrio) che non solo è capace di ospitare senza problemi un casco integrale (provato di persona) ma dotato anche di presa di corrente 12 V, alloggiamento cellulare, comparto per riporre gli attrezzi e accesso alla batteria.
FILTRO A FIANCO Per questo motivo anche il filtro è stato sfrattato e si sposta in mezzo alla V sul lato sinistro della moto, diventando (dopo gli ultimi interventi estetici operati da Galluzzi) parte integrante del design e non oggetto un po’ avulso dalla moto come era sulla versione vista in fiera. Rispetto a quella moto la Mana ha anche guadagnato il freno di stazionamento (una leva sul lato sinistro della moto agisce su una pinza ausiliaria sul disco posteriore) sempre utile quando si è in situazioni difficili.
COME VA In sella a Mana si sta comodi, la posizione di guida è più improntata al turismo che alla sportività (manubrio correttamente rialzato e moderatamente chiuso e pedane arretrate il giusto), con una sella bassa che la rende governabile da chiunque e un’ottima padronanza del mezzo data anche dal baricentro effettivamente piazzato in basso.MANCA QUALCOSA? Certo che salire su una moto e non trovare la leva della frizione è una sensazione un po’ strana, il nostro cervello è talmente abituato a certi movimenti che, automaticamente, quando si deve partire la mano sinistra la va a cercare. Invece Mana fa tutto da sola, una volta avviato il motore (tirando la leva del freno) si deve solo accelerare. Il sistema è dotato di memoria, per cui all’avviamento ricorda qual’era il tipo di cambio selezionato l’ultima volta che lo abbiamo spento.
IL ROMBO CHE NON C’È Se una cosa devo criticare di questa moto è il rumore. Mana è civilissima, davvero silenziosa sia di meccanica sia di scarico, fin troppo mi viene da dire perché questo sì che l’avvicina troppo ad uno scooter. Un po’ più di personalità sonora non ci sarebbe stata male. Ma le critiche finiscono qui, perché in Aprilia con questa moto sono riusciti a fare un lavoro di assoluta eccellenza.
RILASSANTE IN CITTÁ La puoi guidare nel traffico in Autodrive svicolando le colonne giocando solo con il gas, la notevole agilità, il baricentro basso e la perfetta taratura di iniezione e trasmissione aiutano chiunque a gestire la moto senza alcun problema. In questo frangente un pizzico di sterzo in più non guasterebbe ma si tratta di un'inezia. In città la frizione resta solo un lontano ricordo (e fastidio), basta guidare per un chilometro nel traffico per rendersi conto che la comodità di Mana è impareggiabile.
DINAMICA FUORI Poi, quando sei fuori dalla città e magari iniziano le curve scopri una moto efficacissima, con la solita ciclistica eccellente (in Aprilia in questo senso non si smentiscono mai, per fortuna), ottimi freni e ancora un bilanciamento invidiabile.
COME TU MI VUOI E' a questo punto che il pilota si può divertire a cucirsi addosso la moto che vuole. Sono in un momento di relax? La modalità touring offre un funzionamento morbido (ma comunque brillante) e un freno motore non importante (e presente fin poco sotto i 30 km/h dopodichè le pulegge sganciano e moto resta praticamente in folle) che rende possibile una guida fluida ed efficace in questi tutte le condizioni, non a caso alla fine era la mia preferita un po’ dappertutto.
Voglio più grinta? Basta scegliere la modalità Sport che tiene il motore su di giri e offre anche un notevole freno motore (fin troppo in certi frangenti) e assicura uno scatto da sportiva vera. Se poi il fondo è difficile la mappa Rain ammorbidisce notevolmente il funzionamento del motore (agisce su trasmissione e sull’elettronica del motore) rendendo tutto più fluido e rassicurante (ci sarà chi la utilizzerà di sicuro anche sull’asciutto perché su Rain la moto è davvero molto gradevole e rilassante).
SCALI QUANDO VUOI L’uovo di Colombo, a mio parere, sta nella possibilità di scalare le marce anche quando il funzionamento è automatico. Se all’approssimarsi di una curva il freno motore non vi pare sufficiente quindi, vi basterà azionare pedale o pulsante al manubrio per scalare la marcia (o anche più di una) ed entrare alla velocità desiderata. Una volta ripreso l’acceleratore la moto continuerà a funzionare in automatico. Una cosa più comoda di quel che sembra raccontandola così.
SETTE A UNO Se poi delle cambiate non potete fare proprio a meno, la modalità sequenziale a sette rapporti vi darà senz’altro soddisfazione. Usando pulsanti (entrambi sul lato sinistro salita con pollice, scalata con indice con un pulsante un po’ lontanuccio) o il classico pedale, la Mana offre cambiate rapidissime sia in salita sia in scalata, il motore resta sempre in tiro e l’accelerazione è notevole. I rapporti, molto ravvicinati, fanno sì che il motore scenda poco di giri e la rapidità di cambiata è tale che il pilota quasi non si accorge di nulla. Per questo avrei lasciato il contagiri sulla moto, invece nel cruscotto di Mana c’è solo il tachimetro (e un display con tutte le indicazioni sulla modalità del cambio oltre alle solite info dei cruscotti Aprilia) mentre il contagiri è stato sostituito da tre led che si accendono progressivamente man mano che si avvicina il regime di cambiata ottimale.
CAMBIO QUANDO VOGLIO Ovviamente è possibile passare da una modalità all’altra in qualsiasi momento a vostra discrezione. Alla fine credo però che quasi tutti dopo aver giocato con pulsanti e leva del cambio finiranno per guidare in modalità autodrive scoprendo che si è ugualmente efficaci e veloci pur guidando con un relax (anche mentale) decisamente maggiore.
TANTE MOTO IN UNA Questo è di sicuro il punto di forza della Mana: offre la possibilità di avere tante soluzioni in un solo prodotto. Abbiamo trovato il famoso "anello di congiunzione"? È presto per dirlo e occorre aspettare cosa dirà il pubblico, però dopo averla provata devo dire che Aprilia ha avuto coraggio i risultati merita di vincere questa scommessa. Spero che i Demo Ride dedicati a questa moto siano davvero tanti. Solo guidandola si potranno , infatti, scoprire tutte le sue potenzialità che potrebbero far ricredere anche i più scettici. Intanto lei non resterà da sola , nel 2008 arriveranno anche la versione a 25 kW per i neopatentati e quella con ABS.
[via motorbox.com]
1 commento:
mah..a me non piacciono nemmeno le macchine con il cambio automatico... figuriamoci le moto..
Lampss sfrizionanti ^^
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