Polemiche anche dentro La7 dopo la decisione
Daniele Luttazzi licenziato:
«Libertà di satira negata»
Il comico: «Spero che ci ripensino». Ferrara (offeso) minacciava di andarsene
MILANO — «In Italia non è possibile fare satira libera. Sono sbalordito perché Antonio Campo Dall'Orto (direttore di La7, ndr) ha sospeso il programma senza una spiegazione valida. Mi ha detto che è rimasto colpito da un monologo satirico grottesco che lui ritiene un insulto ma che oggettivamente non lo è, per cui mi aspetto una scusa migliore». Ci risiamo. Luttazzi sospeso, sa di déjà-vu. I fatti. Nella puntata di Decameron in onda otto giorni fa il comico si chiedeva: «Come si fa a sopportare che Berlusconi dica che era contrario alla guerra in Iraq?». Ecco la soluzione: pensare «a Giuliano Ferrara dentro la vasca da bagno» usato come una latrina (i termini sono irriferibili) da Berlusconi, Dell'Utri e Previti. «La motivazione — continua il comico — è che si tratta di un insulto ma non lo è. Si trattava di un'immagine in una articolata pagina di satira che si lega alla tradizione di Ruzzante e che era collegata ad Abu Ghraib. Un monologo a cui ho lavorato un anno e mezzo». Daniele Luttazzi (Olycom)
Il video incriminato:
In sua difesa Sabina Guzzanti: «Non ci posso credere, spero sia solo una sospensione, magari un ammonimento e poi lo rimetteranno in onda». No. Nessun ripensamento. Spiega Campo Dall'Orto: «A Luttazzi abbiamo dato la totale libertà di espressione, ma chi ha una libertà così grande deve avere anche senso di responsabilità. È la filosofia della rete. Ciò che è accaduto riguarda l'uso inappropriato del mezzo televisivo, non la libertà di satira. In quell'intervento ho visto solo insulti personali». Avrebbe preso la stessa decisione se non si fosse trattato di un volto storico della sua rete? «Sì. Il fatto che sia stato preso di mira Ferrara è un'aggravante: mi sento come un allenatore di una supersquadra e applico i principi che ho imparato da piccolo, se insulti un tuo compagno non giochi».
Renato Franco
09 dicembre 2007
[via repubblica.it]
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